Principale risorsa di acqua dolce sulla Terra, i laghi svolgono un ruolo di primo piano nel mantenimento della stabilità negli ecosistemi e in tante attività umane: per questo motivo i preziosi bacini rientrano tra le formazioni della superficie terrestre che vengono monitorate dallo spazio.
Il volume delle loro acque è un indice importante delle loro condizioni di salute e il suo controllo satellitare è al centro di un recente studio di Geophysical Research Letters (articolo: “Satellite Laser Altimetry Reveals a Net Water Mass Gain in Global Lakes With Spatial Heterogeneity in the Early 21st Century”).
La ricerca, coordinata dall’Accademia Cinese delle Scienze, si è basata sui dati dei satelliti IceSat e IceSat-2 della Nasa, in particolare su quelli raccolti dall’altimetro laser Atlas (Advanced Topographic Laser Altimeter System). Il gruppo di lavoro ha condotto un’indagine quantitativa sulle varie caratteristiche del livello e del volume dell’acqua di laghi naturali con un’estensione di oltre 10 chilometri quadrati; i dati satellitari, inoltre, hanno consentito di spaziare in un arco di tempo lungo quasi due decenni, dal 2003 al 2020.
In tutto sono stati analizzati 6567 bacini, il cui volume ammonta al 94 per cento di quello dei laghi a livello globale, al fine di verificarne i mutamenti e gli eventuali effetti della crisi climatica. Dall’indagine è emerso che circa il 54 per cento dei laghi ha presentato una tendenza significativa al cambiamento nei livelli dell’acqua; in questo gruppo, l’80 per cento ha mostrato una tendenza al rialzo. Questo comportamento non è uniforme: vi sono alcune aree della Terra in cui gli specchi d’acqua non sembrano aver particolarmente risentito dei mutamenti climatici, mentre in altre i laghi sono decisamente in perdita.
La zona interna dell’Altopiano tibetano in Asia, la regione dei Grandi Laghi in Nord America, la Great Rift Valley nell’Africa orientale, l’Europa settentrionale e l’Amazzonia sono aree che mostrano aumenti significativi del volume idrico dei laghi. L’incremento totale del volume dell’acqua in queste cinque aree – affermano gli studiosi – tiene conto del 60 per cento del volume totale dell’acqua nei bacini osservati.
Sebbene il livello della maggior parte dei laghi terrestri sia aumentato in misura diversa durante il periodo di studio, molti di essi, situati in regioni aride o semi-aride e comunque ad alto stress idrico, hanno mostrato invece un calo significativo nei livelli con ripercussioni nelle aree circostanti. Dato che il clima continua a riscaldarsi e che la domanda di acqua per lo sviluppo sociale ed economico aumenterà in futuro, i bacini in perdita diventeranno ancora più secchi se non verranno intraprese opportune azioni per proteggerli e per utilizzarne in maniera razionale le risorse.
Lo sguardo dei satelliti, anche in questo tipo di monitoraggio, ha fatto la differenza perché ha consentito di integrare i dati provenienti da controlli in situ, non sempre disponibili su lunghe scale temporali, e di svolgere osservazioni su aree molto estese.
(Crediti immagine in alto: Pixabay/CC0 Public Domain)