Sono giunte al ‘capolinea’, ma hanno ancora la capacità di ‘dare il la’ a nuovi pianeti: sono alcune stelle binarie che, nonostante le condizioni in cui versano, possono avere uno slancio di vitalità. Ad affermarlo è uno studio appena pubblicato su Astronomy & Astrophysics (articolo: “A population of transition disks around evolved stars: Fingerprints of planets”).
L’indagine, coordinata dall’Istituto di Astronomia dell’Università Cattolica di Lovanio (Ku Leuven), è stata svolta da un gruppo di lavoro internazionale e prospetta un’ipotesi che, in caso di conferma, potrebbe portare a rivedere le correnti teorie sulla formazione planetaria. La ricerca è stata sviluppata durante una mappatura dei sistemi binari evoluti nella Via Lattea e si è focalizzata su 85 di essi.
I dischi di materiale da cui traggono origine nuovi mondi non si trovano necessariamente solo intorno ad astri neonati, ma possono formarsi anche in altre situazioni: ad esempio, intorno a una stella binaria in cui uno dei componenti è giunto al termine della sua vita.
Quando una stella di medie dimensioni (come il Sole) è alla fine, riversa gli strati esterni della sua atmosfera nello spazio e dopo evolve lentamente in una nana bianca; se l’astro in questione fa parte di un sistema binario, la forza gravitazionale dell’altro componente della coppia spinge il materiale riversato a formare un disco piatto, rotante e oltretutto somigliante ai ‘colleghi’ protoplanetari che possono essere osservati intorno a giovani stelle.
Gli autori del saggio hanno notato che pure nei dischi connessi ai sistemi binari si potrebbero formare dei pianeti: infatti, in almeno un sistema su dieci sono state osservati degli spazi vuoti all’interno dei dischi. Secondo gli astronomi, si tratta di una caratteristica indicativa del fatto che vi fosse qualcosa di ‘svolazzante’ all’interno di queste cavità; gli oggetti in movimento avrebbero raccolto il materiale nelle aree vuote.
Questa sorta di ‘pulizia’ potrebbe appunto dipendere dall’azione di un pianeta, che si sarebbe formato alla fine della vita del sistema binario, anziché ai suoi albori come avviene in linea di massima. La scoperta necessita di ulteriori apprendimenti che gli studiosi intendono condurre con i telescopi dell’Eso in Cile.
In alto: elaborazione artistica di un disco intorno a un sistema binario (Crediti: © N. Stecki)