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Stazione lunare cino-russa: ecco la roadmap

Rappresentazione artistica dell'International Lunar Research Station (ILRS), post-2030. Crediti: CNSA / CLEP

La Cina e la Russia hanno invitato formalmente paesi e organizzazioni internazionali a partecipare al progetto della Stazione internazionale di ricerca lunare, l’International Lunar Research Station (Ilrs) sviluppato dalle due nazioni.

Le agenzie cinese Cnsa, China National Space Administration, e la russa Roscosmos hanno affermato che il progetto Ilrs sarà aperto alla partecipazione in tutte le fasi e livelli. Ciò include pianificazione, progettazione, ricerca, sviluppo, implementazione e operazioni.

L’annuncio è stato fatto il 23 aprile scorso, durante un evento a margine della 58esima sessione del sottocomitato scientifico e tecnico del Copuos, il Comitato delle Nazioni Unite per gli usi pacifici dello spazio esterno.

La Russia aveva sottoscritto con la Cina un memorandum d’intesa sull’Ilrs lo scorso 9 marzo. Mosca ha anche dichiarato che sta valutando la possibilità di uscire dal programma Stazione spaziale internazionale nel 2025.

Sembrano così delinearsi due vie per la futura colonizzazione della Luna: la prima è quella guidata dalla Nasa, che concettualmente parte da una stazione orbitante, il Gateway, e ha tra le priorità quella di portare quanto prima l’uomo e la prima donna sul suolo lunare, obiettivo fissato ancora per il 2024, nonostante le titubanze manifestate inizialmente dall’amministrazione Biden. Il progetto ha già raccolto una serie di partnership internazionali – tra cui quella italiana e di tutti i partecipanti alla Iss, esclusa la Russia. La seconda via è quella capitanata dalla Cina, ora affiancata da Roscosmos, aperta anch’essa all’ingresso di altri contributori, che prevede una lunga fase esplorazione robotica del suolo lunare seguita dalla costruzione di un avamposto per arrivare solo in una fase successiva alla presenza umana sulla superficie.
Nulla lascia escludere che alcuni paesi e agenzie scelgano di cooperare a entrambi i progetti, come già, di fatto, sta accadendo. Dettagli inediti del programma Ilrs sono stati forniti dalla Cina in occasione della sesta Giornata spaziale cinese che si è svolta a Nanchino lo scorso 24 aprile.

Le tappe

La prima fase prevede l’utilizzo dei dati che saranno restituiti dalle missioni inviate da qui al 2025. Tali informazioni saranno propedeutiche alla scelta del luogo in cui verrà costruito l’avamposto in prossimità del polo sud. La roadmap prevede le missioni cinesi Chang’e-6 e Chang’e-7 e le russe Luna 25, 26 e 27.
La seconda fase si svolgerà dal 2026 al 2030 e vedrà Chang’e-8 e Luna 28 atterrare sul sito prescelto e segnerà l’inizio della costruzione della base lunare.
La fase tre consisterà in missioni multiple, che si svolgeranno nel periodo 2030-2035. Per allora la Cina spera di testare il suo lanciatore super pesante Lunga Marcia 9.
Le prime fasi saranno caratterizzate da missioni robotiche a lungo termine e con equipaggio a breve termine. L’obiettivo per il 2036-2045 è invece una presenza umana a lungo termine.

Stando alla presentazione effettuata al China Space Day, l’Ilrs si concentrerà sulle risorse idriche e minerali, sull’utilizzo e la produzione di risorse in situ, sullo sviluppo di sistemi di trasmissione wireless di energia, sulla produzione di energia nucleare per lo spazio, oltre a sperimentare gli effetti della bassa gravità sulla biologia.
Le aree di particolare interesse scientifico includono l’ambiente, la geologia e la chimica lunari, l’astronomia basata sulla luna, la biomedicina e l’utilizzo delle risorse.

Prossime missioni

Prossimamente in calendario per la Cina c’è Chang’e-6, missione di sample return, concepita come backup della Chang’e-5 che ha visitato l’area Oceanus Procellarum, scenderà nel Bacino Polo Sud-Aitken. Il veicolo trasporterà anche carichi utili da Francia, Svezia, Russia e Italia.

Seguirà Chang’e-7, che sarà composta da un orbiter e un lander e dispiegherà sia un rover che una mini sonda volante. I vari veicoli spaziali trasporteranno un totale di 23 carichi utili scientifici. Gli obiettivi includono un’indagine dettagliata dell’ambiente e delle risorse nella regione lunare del polo sud. La mini sonda volante effettuerà osservazioni in situ di un cratere permanentemente ombreggiato.

Ad oggi, la Cina ha inviato alla Luna due orbiter, due missioni lander e rover e, alla fine del 2020, la complessa missione di ritorno campioni Chang’e-5. Sta inoltre sviluppando veicoli spaziali e sistemi di lancio per consentire spedizioni con equipaggio sulla Luna.

Il debutto russo sarà affidato a Luna 25, lander che dovrebbe partire nell’ottobre di quest’anno per atterrare vicino al polo sud lunare. La missione arriverà 45 anni dopo il lancio sovietico di Luna-24.

In apertura: rappresentazione artistica dell’International Lunar Research Station (ILRS), post-2030. Crediti: CNSA / CLEP

Manuela Proietti: Giornalista, photo- e videographer. Dal 2009 coordina i progetti editoriali dell'Agenzia spaziale italiana. Ha lavorato per l'Agenzia Dire e scritto per La Stampa