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Acqua su Marte, una mappa per i coloni del futuro

Follow the water. Per la futura esplorazione umana di Marte, ‘seguire l’acqua’ è la regola aurea se si vuole pensare, un giorno, di costruire colonie marziane. Obiettivo a lungo termine nel mirino delle principali agenzie spaziali, Nasa in testa.

La presenza di acqua sul mondo rosso è ormai un dato di fatto. Ma come scegliere il luogo migliore per permettere ai futuri astronauti marziani di utilizzare quest’acqua?  Un nuovo studio appena pubblicato su Nature Astronomy tenta di dare la risposta. Gli scienziati, guidati dal Planetary Science Institute di Tucson, Arizona, hanno costruito una mappa dettagliata che mostra i luoghi di Marte dove l’acqua è più accessibile. Il risultato si chiama Swim, acronimo di Subsurface Water Ice Mapping, ed è stato ottenuto combinando 20 anni di dati raccolti dalle sonde Mars Odyssey, Mars Reconnaissance Orbiter e Mars Global Surveyor.

Prima di tutto, la macro area: per ottenere la più grande quantità di acqua ghiacciata ad oggi rilevata su Marte, bisogna andare al nord. L’equivalente del nostro Canada e nord Europa, per intenderci. Sul pianeta rosso, questa zona corrisponde alla distesa dell’Arcadia Planitia e alle valli della Deuteronilus Mensae. È qui che, secondo il team di ricerca, dovrebbero sorgere le prime colonie marziane.

L’immagine in basso mostra le zone dell’emisfero settentrionale marziano prese in considerazione. A sinistra, in viola, si vede l’intera regione dello studio Swim. A destra sono evidenziate le aree dove lo studio Swim ha trovato prove della presenza (blu) o dell’assenza (rosso) di ghiaccio sotterraneo. L’intensità dei colori riflette il grado di coerenza mostrato da tutti i set di dati utilizzati dal progetto.

Questa mappa, che in futuro dovrebbe arrivare a coprire altre zone di Marte, punta a essere anche un valido aiuto nella ricerca di forme di vita sul pianeta rosso. «La prossima frontiera per Marte – commenta Richard Davis del programma di esplorazione marziana della Nasa –  è che gli esploratori umani scendano sotto la superficie e cerchino segni di vita microbica. Abbiamo bisogno di costruire nuove mappe del ghiaccio sotto la superficie sia per l’avanzamento della scoperta scientifica sia per avere risorse locali su cui gli astronauti possano contare».

Lo studio Swim potrebbe diventare la base per valutare potenziali siti di atterraggio su Marte dei futuri equipaggi. A tal proposito, la Nasa ha appena firmato con l’Agenzia spaziale italiana, l’Agenzia spaziale giapponese e l’Agenzia spaziale canadese una dichiarazione di intenti per Ice Mapper, futura missione robotica di mappatura del ghiaccio marziano. La sonda potrebbe essere pronta al lancio già dal 2026.

Nel frattempo, e a proposito di missioni robotiche, occhi puntati sul pianeta rosso per la tripletta di sonde in arrivo verso Marte.

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica