Il razzo New Shepard di Jeff Bezos ha completato il volo suborbitale numero due dell’anno con l’obiettivo di testare la sicurezza dei suoi motori
Fulvia Croci 18 luglio 2018
Blue Origin mette a segno un altro successo. Il razzo New Shepard si è staccato dalla rampa di lancio di Van Horn in Texas quando in Italia erano le 17 e 12. Obiettivo del lancio, il secondo del 2018, era quello di testare la sicurezza del motore riutilizzabile durante il volo suborbitale, spingendo il razzo fino ai suoi limiti raggiungendo un’altezza da record.
New Shephard non ha disatteso le aspettative raggiungendo i 119 chilometri di altezza, battendo il record del volo di aprile, per poi effettuare un atterraggio da manuale. Il volo di oggi è il nono della sua brillante carriera e il terzo completato utilizzando il modello più recente, testato lo scorso aprile, dopo il debutto ufficiale nel dicembre scorso.
A bordo del razzo, la Crew Capsule 2.0 – destinata a trasportare i futuri turisti spaziali durante i voli suborbitali- si è regolarmente staccata dal razzo madre per poi atterrare autonomamente 11 minuti dopo il lancio grazie all’uso dei paracadute che ne riducono la velocità. Al suo interno, per ora, nessun passeggero in carne e ossa ma un manichino l’ormai famoso Skywalker, utilizzato durante i voli di test. Ma non è tutto, New Shepard ha portato con sé anche alcuni esperimenti scientifici sviluppati dalla Nasa e da enti di ricerca americani, europei e tailandesi.
Nel dettaglio gli esperimenti riguardavano la misurazione di temperatura e livelli di anidride carbonica nella capsula, un trasmettitore wifi e sensori per la misurazione della pressione interna. Il successo di oggi non fa che confermare gli ambiziosi dell’azienda. Jeff Bezos ha ribadito la sua intenzione di voler aprire le porte al turismo spaziale già da 2019, se tutto procede per il meglio. Blue Origin inoltre, sta lavorando alla versione potenziata del New Shepard, il New Glenn che potrebbe essere lanciato per il volo inaugurale alla fine del 2020.