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Un bow shock neonato per Rosetta

I dati di Rosetta continuano a produrre nuove scoperte astronomiche. L’ultima riguarda la scoperta di segni di un’onda d’urto, detta bow shock allo stadio iniziale intorno alla cometa 67P, la prima ad essere stato osservato dall’uomo nel Sistema Solare. Le comete offrono agli scienziati la possibilità di studiare il plasma nel sistema solare. Quest’ultimo è uno stato caldo e gassoso della materia che comprende particelle cariche e si trova nel sistema solare sotto forma di vento solare: un flusso costante di particelle che fuoriescono dalla nostra stella verso lo spazio. Mentre il vento solare supersonico fluisce oltre i pianeti e gli oggetti celesti più piccoli, colpisce un confine noto come bow shock che può essere descritto come l’onda che si forma intorno alla prua di una nave mentre taglia l’acqua increspata.

Il 7 marzo 2015 quando 67P si stava avvicinando sempre più al Sole, i dati di Rosetta indicavano i primi segni della presenza di un bow shock. Gli stessi segnali sono stati poi rilevati un anno più tardi mentre la cometa si allontanava dal Sole. L’onda d’urto osservata nel 2015 si sarebbe evoluta fino a svilupparsi completamente mentre 67P si avvicinava al Sole, diventando più attiva.  Tuttavia, l’evento, non è stato notato subito dagli scienziati a causa della vicinanza di Rosetta alla cometa. Quando il team lo ha rilevato nuovamente un anno dopo, 67 P si stava allontanando dal Sole e il bow shock era giunto a una fase più avanzata, meno intensa della prima.

La suite di strumenti a bordo della sonda, formata da 5 diversi sensori, ha analizzato il plasma intorno alla cometa creando un modello che ha simulato le interazioni di 67P con il vento solare per poter determinare le proprietà del bow shock. Gli scienziati hanno scoperto che quando il bow shock allo stadio iniziale si è ‘scontrato’ con Rosetta, il campo magnetico della cometa è diventato più turbolento provocando esplosioni di particelle altamente energetiche. Queste stesse particelle, si erano mosse in modo molto più lento precedentemente e anche il vento solare era risultato più debole, confermano l’ipotesi che Rosetta sia stata testimone dello stadio iniziale del bow shock. La testimonianza di Rosetta è unica al mondo, ed è stata possibile grazie al lavoro congiunto di più strumenti a bordo che hanno garantito l’osservazione completa dell’evento.

 

Fulvia Croci: Giornalista