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EarthCare, lanciata la missione Esa per lo studio del clima

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Da oggi il nostro pianeta ha un osservatore in più per monitorare il clima che cambia. E si tratta di un occhio d’eccezione, ovvero quello del satellite EarthCare dell’Agenzia Spaziale Europea, lanciato dalla base di Vandenberg il 29 maggio alle 00:20 italiane.

Partita a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX, la missione si presenta come una delle più complesse e al tempo ambiziose imprese di osservazione della Terra. Obiettivo principale di EarthCare è infatti arrivare ai meccanismi alla base del cambiamento climatico, a partire dallo studio delle nubi e dell’aerosol.

Grazie all’utilizzo di strumenti scientifici all’avanguardia, il satellite analizzerà il ruolo di nubi e aerosol nel riflettere e trattenere la radiazione solare. Questo effetto, noto come albedo, intrappola il calore irradiato dalla superficie terrestre e provoca l’effetto serra – negli ultimi decenni aumentato a dismisura per effetto antropico.

Guidata dall’Esa e frutto della collaborazione dell’agenzia europea con quella giapponese Jaxa, EarthCare si baserà in particolare su quattro strumenti scientifici.

Il Cloud Profiling Radar (Cpr) fornirà i profili verticali delle nuvole e osserverà le velocità verticali delle particelle di nubi attraverso le misurazioni Doppler. Il Multi-Spectral Imager (Msi)  fornirà informazioni sulle tracce di  nuvole e aerosol nel visibile, vicino all’infrarosso, a onde corte e infrarossi termici. Il Broad-Band Radiometer (Bbr) fornirà misurazioni dei flussi di calore che attraversano l’atmosfera superiore. Infine, il Lidar Atmosferico (Atlid) fornirà profili verticali di aerosol e nuvole sottili.

Non manca poi il a bordo di EarthCare. Per la missione, Leonardo ha fornito un importante contributo tecnologico grazie anche al supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana. L’azienda ha realizzato nei suoi stabilimenti a Pomezia e a Campi Bisenzio il trasmettitore laser integrato nello strumento Atlid (Atmospheric Lidar).

Leonardo ha inoltre realizzato i pannelli fotovoltaici del satellite e un trasmettitore di potenza per lo strumento Cloud Profiling Radar della Jaxa. Mentre nasce a Campi Bisenzio un sensore che si attiva solo in caso di necessità per orientare il satellite.

Continua e si intensifica dunque l’attività dei satelliti di osservazione della Terra per comprendere meglio il clima che cambia. EarthCare è stato lanciato poco dopo un’altra importante missione che va nella stessa direzione, Prefire della Nasa, che studierà i poli terrestri per comprendere meglio la riduzione dei ghiacci e il cambiamento del livello del mare in relazione al riscaldamento globale.

 

Immagine in apertura: rappresentazione artistica della missione EarthCare dell’Esa. Crediti: Esa/Atg medialab

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica freelance appassionata di clima, ambiente, osservazione della Terra e astronomia. Ha una laurea in filosofia e un master in comunicazione della scienza alla Sissa di Trieste. Collabora con la società di comunicazione della scienza formicablu ed è co-fondatrice di Facta.eu, centro no profit che applica il metodo scientifico al giornalismo. Dal 2015 collabora con Global Science, convinta che lo spazio sia un punto di vista privilegiato per comprendere meglio il nostro pianeta.