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Molecole organiche su Marte, nuova conferma

Ci sono molecole organiche sul pianeta rosso. La nuova conferma arriva da un nuovo studio internazionale guidato dal California Institute of Technology (Caltech) statunitense e pubblicato su Science.

Gli scienziati hanno analizzato i dati raccolti dal rover della Nasa Perseverance, che continua a inviare sul nostro pianeta preziose informazioni sui campioni marziani raccolti nel cratere Jezero. Già lo scorso settembre i primi risultati parlavano della presenza di molecole organiche su Marte. Il nuovo studio conferma l’ipotesi, con un passo in più: Perseverance ha trovato composti organici, ovvero composti chimici con legami carbonio-idrogeno, che sembrano rivelare un’antica interazione tra le rocce marziane e l’acqua liquida. Ulteriore conferma che il cratere Jezero, miliardi di anni fa, ospitava un grande lago.

Dall’inizio di luglio, Perseverance ha già raccolto 14 campioni di rocce marziane da Jezero. Gli ultimi campioni raccolti provengono in particolare da ‘Wildcat Ridge’, nome dato a una roccia larga circa 1 metro che si è probabilmente formata quando fango e sabbia fine si sono depositati nell’antico lago in evaporazione, miliardi di anni fa. Il rover ha abraso parte della superficie di questa roccia per poterla analizzare con il suo strumento Sherloc – e sono proprio questi i dati analizzati dal team del Caltech, che ha confermato la presenza di molecole organiche.

Questo non significa però che sul pianeta rosso siano state trovate tracce di vita. Le molecole organiche sono costituite da un’ampia varietà di composti, e possono anche essere formate da una reazione chimica che non prevede necessariamente la presenza di vita.

Ma per capire se questo corrisponda effettivamente alla presenza di vita bisognerà attendere il programma Nasa-Esa Mars sample return, che con una catena di missioni robotiche porterà, intorno al 2030, i campioni marziani nei laboratori terrestri.

«Spero che un giorno questi campioni possano essere riportati sulla Terra, – commenta Mark Sephton dell’Imperial College, co-autore del nuovo studio su Science – in modo da poter esaminare le prove della presenza di acqua e di eventuale materia organica, ed esplorare se nelle prime fasi della storia di Marte ci fossero condizioni adatte alla vita».

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica