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Cambiamenti climatici, nuovi studi su fossili dell’Eocene

La variazione dell’orbita terrestre attorno al Sole, nel corso dei millenni, è la causa dei cambiamenti climatici. Il geofisico e astronomo Milutin Milankovic, nella prima metà dello scorso secolo, ha sviluppato dei parametri per descrivere il clima in differenti zone geografiche secondo la distribuzione della luce solare. Un recente studio aveva già individuato la possibile distanza Terra Luna dopo due miliardi di anni dalla formazione del nostro satellite, studiando rocce antiche sulla base di questi cicli; adesso gli scienziati stanno effettuando ricerche legate ai cicli di Milankovic su microorganismi.

Ricercatori della Curtin University, in Australia, hanno pubblicato su Earth and Planetary Science Letters uno studio sui fossili molecolari provenienti dal cratere Chicxulub in Nuovo Messico, una cavità creata dall’impatto di un meteorite circa 65 milioni di anni fa, all’inizio del periodo geologico del Paleogene.

«Il periodo più caldo della Terra negli ultimi 65 milioni di anni è avvenuto all’inizio dell’Eocene, circa 50 milioni di anni fa, ed è stato collegato ai cicli orbitali del nostro pianeta attorno al sole» ha detto Danlei Wang primo autore dello studio. «Abbiamo eseguito studi geochimici, inclusa l’analisi dei biomarcatori, su un nucleo di sedimento recuperato dal cratere Chicxulub. La ciclostratigrafia orbitale, che studia la ‘ritmicità nei sedimenti indotta dai parametri orbitali terrestri’ ha mostrato come le precipitazioni e il successivo deflusso terrestre, abbiano provocato cambiamenti nelle comunità microbiche, l’insorgenza di fioriture algali, ristagno degli oceani oltre a condizioni di tossicità rilevate nel sito di Chicxulub».

Il coautore della ricerca Kliti Grice, direttore del Centro di Geochimica della Curtin, ha affermato che si tratta dello studio geochimico, a livello molecolare, con la più alta risoluzione in grado di fornire prove di un legame tra le variazioni dell’orbita terrestre e il conseguente effetto su ambienti che risalgono all’inizio dell’Eocene. «Quello che abbiamo scoperto essere avvenuto nel sito di Chicxulub potrebbe essersi verificato anche in altre parti del globo durante il Paleogene che, durato circa 43 milioni di anni, include l’Eocene – ha spiegato Grice – Le testimonianze geologiche contenenti questi segnali geochimici orbitali provenienti da un periodo di ‘effetto serra’ nella storia della Terra, possono fornire indizi per prevedere come la vita risponderà ai cambiamenti climatici in futuro».

 

Immagine in apertura: comunità microbiologiche

Barbara Ranghelli: Giornalista