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Hope porta gli Emirati Arabi in orbita marziana

Hope ce l’ha fatta. La sonda degli Emirati Arabi Uniti è entrata con successo nell’orbita di Marte, diventando così la prima missione emiratina di esplorazione del mondo rosso.

Oggi 9 febbraio alle 16:41 italiane Hope ha iniziato la spericolata manovra per inserirsi nell’orbita marziana – una sequenza completamente automatica, che il team dell’agenzia spaziale degli Emirati Arabi (Uae) ha seguito con il fiato sospeso. Il ritardo di circa 6 minuti di ricezione del segnale dalle basi di Terra impedisce infatti qualunque intervento manuale in questa fase.

Ma tutto è andato come previsto, e la navicella ha azionato i suoi propulsori principali per 27 minuti, il tempo necessario a essere ‘catturata’ nell’orbita marziana. Gli Emirati Arabi diventano così i quinti ad avere una sonda intorno a Marte dopo Stati Uniti, Unione Sovietica, Europa e India.

Obiettivo della missione sarà analizzare l’atmosfera marziana, con uno speciale focus sulle condizioni climatiche del mondo rosso legate ai suoi cicli stagionali.

Utilizzerà la suite dei tre strumenti a bordo dell’orbiter per avere una panoramica completa del nostro vicino planetario, da un’altezza compresa tra i 20mila e i 43mila chilometri.

Per festeggiare il successo di questa tappa fondamentale della missione, la torre Burj Khalifa di Dubai, edificio più alto del mondo, si è acceso in uno spettacolo di luci.  Ma le emozioni marziane non finiscono qui: domani 10 febbraio sarà il turno della sonda cinese Tianwen-1, il cui ingresso in orbita marziana è previsto intorno alle 13 italiane. A seguire, Mars2020 della Nasa, che il 18 febbraio vedrà l’atterraggio sul mondo rosso del suo rover Perseverance.

Questo affollamento spaziale è dovuto al lancio ravvicinato, lo scorso luglio, delle tre sonde emiratina, cinese e statunitense, che hanno approfittato della finestra temporale in cui Marte si trovava in posizione favorevole rispetto alla Terra.

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica freelance appassionata di clima, ambiente, osservazione della Terra e astronomia. Ha una laurea in filosofia e un master in comunicazione della scienza alla Sissa di Trieste. Collabora con la società di comunicazione della scienza formicablu ed è co-fondatrice di Facta.eu, centro no profit che applica il metodo scientifico al giornalismo. Dal 2015 collabora con Global Science, convinta che lo spazio sia un punto di vista privilegiato per comprendere meglio il nostro pianeta.