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C’è vita nel sottosuolo di Marte?

Le recenti missioni scientifiche hanno evidenziato sempre più la possibilità di trovare tracce di vita nel sottosuolo marziano. Ora un nuovo studio sembra aver scoperto come determinare se la vita è presente, o lo è stata, sotto la superficie di Marte, Luna e altri oggetti rocciosi nell’Universo.

La ricerca di vita si concentra tipicamente sulla presenza di acqua riscontrata in superficie o in atmosfera. Ma l’assenza di acqua superficiale sembra non precludere la possibilità di trovare la vita nel profondo della biosfera del sottosuolo.

 «L’acqua superficiale richiede un’atmosfera per mantenere una pressione, senza la quale l’acqua liquida non può esistere. Tuttavia, quando ci si sposta in regioni più profonde, la pressione viene esercitata dagli strati superiori che, in linea di principio, potrebbero consentire l’esistenza di acqua liquida», ha spiegato Manasvi Lingam, co-autore dello studio. «Ad esempio, su Marte attualmente non è stata riscontrata la presenza di acqua di vecchia data sulla superficie, ma è noto che il pianeta ospiti laghi sotterranei».

Sia la Luna che Marte mancano di un’atmosfera che permetterebbe all’acqua liquida di esistere sulle loro superfici, ma, secondo lo studio, le regioni più calde e pressurizzate sotto la superficie potrebbero consentire alla vita di svilupparsi nell’acqua liquida. 

Lo studio ha determinato un limite massimo alla quantità di materiale biologico che potrebbe esiste in ambienti sotterranei e profondi, scoprendo che corrisponde in una minima percentuale a quello della biosfera sotterranea terrestre ed è mille volte inferiore della massa globale della terra. 

Gli organismi che prosperano in ambienti estremamente freddi su corpi rocciosi apparentemente senza vita potrebbero crescere e riprodursi a basse temperature sotto lo zero. Questi organismi, detti estremofili, si trovano in luoghi permanentemente freddi sulla Terra, come nelle regioni polari e nelle profondità del mare, e potrebbero esistere anche sulla Luna e su Marte.

«Ci sono molti criteri coinvolti nel determinare le posizioni più ottimali per cercare segni di vita su Marte», ha spiegato Lingam. «Quelli che abbiamo preso in considerazione per le ricerche nel sottosuolo includono la perforazione vicino all’equatore, dove la biosfera del sottosuolo è situata più vicino alla superficie, e la ricerca di punti geologici con temperature più elevate. Le missioni future dovranno essere in grado di perforare decine di chilometri sotto la superficie di Marte». 

I risultati dello studio, pubblicati su The Astrophysical Journal Letters, possono essere applicati a tutti gli oggetti nell’Universo e implicano che la zona abitabile di un corpo celeste è molto più estesa di quanto si è creduto finora.

Ilaria Marciano: Giornalista | Digital Addicted since 1990