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Una misteriosa nana bianca per Tess

Rappresentazione artistica del nucleo sezionato della nana bianca. Credit: Università di Montreal

Lo scorso luglio, dopo due anni di osservazioni il Transiting Exoplanet Survey Saterellite, ha concluso la sua prima missione. Tess ha monitorato 200 mila stelle, ha trovato 66 nuovi esopianeti e indicato più di 2000 possibili pianeti canditati. Al suo occhio non è sfuggita neanche Gd 394, una particolare nana bianca a 200 anni luce dalla Terra. 

Scoperta negli anni ’60, Gd 394 ha subito suscitato l’interesse degli astronomi. Fin dalle prime osservazione è stata rilevata, all’interno della sua atmosfera, la presenza di metalli pesanti, come ferro e silicio. Una caratteristica particolare, visto che le nane bianche hanno una gravità tale che i materiali pesanti dovrebbero essere al loro centro. Per riuscire a dare una spiegazione a questo evento la nana bianca dovrebbe accumulare continuamente materiale da una fonte esterna che tuttavia non è stato fin qui possibile rilevare. 

Il mistero si infittisce a metà degli anni ’90 quando le osservazioni mostrano che l’emissione di Euv (ultravioletti estremi) di Gd 394 non è costante e varia d’intensità di circa il 25%, con un periodo di circa 1,15 giorni. Non è stato possibile chiarire cosa causi questa variabilità ma in un recente studio, pubblicato su The Astrophysical Journal Letters, David Wilson, del McDonald Observatory presso la University of Texas at Austin, e i suoi colleghi hanno presentato nuove osservazioni ottenute grazie a Tess a lunghezze d’onda ottiche. 

La curva di luce Tess per Gd 394, piegata sul periodo adattato, mostra la sottile variabilità sinusoidale a lunghezze d’onda ottiche. Wilson et al. 2020

Il team ha identificato un periodo di circa 1,15 giorni nella curva di luce ottica della nana bianca (la prima prova di variabilità al di fuori delle lunghezze d’onda Euv). La variabilità di luce ottica è minima, appena lo 0,12%, ed è stato possibile rilevare il segnale solo grazie a Tess. Le cause della variazione di Gd 394 potrebbero essere diverse, da macchie di metallo causate da un accrescimento canalizzato, a un occultamento dovuto a un pianeta in orbita ma non in transito, oppure a un punto caldo indotto magneticamente. 

Solo attraverso le future osservazione con Tess e con un telescopio Euv si potrà fare maggiore chiarezza. Nel frattempo Tess ha iniziato la sua nuova missione riprendendo a osservare il cielo. 

 

Francesca Cherubini: