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Vita su Marte, la ricerca parte dai crateri

C’è vita nel passato del pianeta rosso? Mettendo insieme diversi tasselli dell’esplorazione marziana, la comunità scientifica pensa di sì. Lo ha confermato da poco anche il rover Curiosity, che ha trovato tracce di sedimenti antichi con intrappolate molecole organiche a base di carbonio, tra cui il tiofene. Molecole compatibili con la presenza di vita.

Ancora, recenti studi confermano l’ipotesi per cui la vita sarebbe stata portata su Marte dagli asteroidi. Ecco perché i luoghi migliori dove cercare tracce di antichi microrganismi sono i crateri marziani. E se Opportunity ha esplorato il cratere Endeavour e Curiosity ha iniziato la sua estate nel cratere Cale, il prossimo rover della Nasa andrà a caccia di molecole organiche nel cratere Jezero.

L’astrobiologia di Perseverance, questo il nome del nuovo robottino marziano della prossima missione Mars 2020 della Nasa, sarà particolarmente avanzata perché il rover è equipaggiato con strumenti di ultima generazione per scovare forme di vita. Gli scienziati hanno infatti la certezza dell’antica presenza di acqua nel luogo scelto per l’atterraggio: il bacino di Jezero era un antico lago marziano, come hanno confermato le mappe ad altissima definizione prodotte dall’USGS, ente governativo statunitense che si occupa della mappatura geologica del nostro e di altri mondi.

Le nuove cartine marziane, appena presentate al 51esimo meeting Lunar & Planetary Science, quest’anno in versione online, saranno utilizzate da Perseverance per orientarsi durante il suo atterraggio su Marte, previsto per il 18 febbraio 2021.

Inizia intanto il countdown per il liftoff: meteo e imprevisti permettendo, la missione Mars 2020 dovrebbe partire il 30 luglio, con una finestra di lancio estesa fino al 15 agosto.

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica