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InSight, talpa in panchina ma braccio operativo

Marte è un osso duro. E non soltanto perché rappresenta la principale sfida dell’esplorazione spaziale del nostro secolo, ma anche letteralmente: la superficie del pianeta rosso è molto più difficile da scavare del previsto. Lo sta toccando con mano la sonda della Nasa InSight, progettata appunto per perforare il suolo marziano fino a 5 metri di profondità. Ma per ora bloccata a pochi centimetri.

La cosiddetta talpa, parte fondamentale della sonda di flusso termico Hp3 di InSight, aveva come obiettivo la misurazione del calore proveniente dai meandri del mondo rosso. Ma fin dall’inizio della missione è stato chiaro che non si trattava di un compito facile.

Arrivata sul suolo marziano il 26 novembre 2018, la talpa si era bloccata già al primo tentativo di scavo, nel febbraio 2019. Per mesi i tecnici della Nasa e della Dlr – l’agenzia spaziale tedesca che ha costruito lo strumento – si sono ingegnati per liberare la trivella marziana. Una manovra rischiosa ma ben coordinata aveva permesso di sbloccare lo strumento lo scorso luglio. Ancora, qualche mese fa la pala del braccio robotico di InSight è stata utilizzata come martello improvvisato per spingere la sonda nel terreno.

Ma quando finalmente la talpa si è trovata in posizione di “scavo libero”, il pianeta rosso ha avuto la meglio. Sembra che ora la trivella stia rimbalzando invano contro un duro strato di terreno a pochi centimetri sotto la superficie marziana. Tanto che la Nasa ha appena aggiustato la tabella di marcia della missione, chiamando in causa il braccio robotico di InSight per proseguire l’attività scientifica e di manutenzione.

Con la talpa momentaneamente in panchina, il braccio avrà ora il compito di monitorare lo stato dei pannelli solari della sonda. È tempo di tempeste di polveri su Marte, un fenomeno meteorologico da non sottovalutare come insegna l’esperienza del rover Opportunity. La telecamera installata sul braccio robotico di InSight avrà quindi il compito di tenere sotto controllo la quantità di particelle già depositate sui pannelli della sonda, in modo da valutare per tempo l’energia necessaria.

Spetterà al braccio robotico anche il ruolo di principale osservatore del cielo marziano: come già fatto in precedenza, lo strumento di InSight riprenderà a cercare eventuali meteoriti di passaggio vicino a Marte. Ancora, il braccio lavorerà insieme al sismometro di InSight – che ha appena registrato dei microterremoti sul mondo rosso – per rilevare l’eventuale impatto di corpi celesti sul suolo marziano.

Nel frattempo, il team della Nasa e della Dlr non si dà per vinto. Liberare la talpa resta infatti una priorità, e la prossima mossa sarà riempire di terra il buco creato dalla trivella nel suolo marziano. Per aumentare la pressione e, si spera, riprendere con maggior forza lo scavo sotto la superficie del mondo rosso.

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica