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Prova paracadute, test positivo Exomars 2020

Test a terra per i paracadute di Exomars 2020, dopo l’esito negativo dei due test eseguiti pochi mesi fa. La prova si è svolta presso un’apposita struttura del Jet Propulsion Laboratory della Nasa e ha riguardato il paracadute principale e quello secondario. Il ruolo dei paracadute è essenziale per la buona riuscita della missione: una volta giunti nell’orbita del pianeta rosso, il modulo di discesa, che contiene il rover Rosalind Franklin e i suoi strumenti, si separerà da quello principale poco prima di raggiungere l’atmosfera.

Subito dopo verrà dispiegato un primo paracadute dal diametro di 15 metri mentre il modulo viaggerà ancora a enorme velocità. Il secondo paracadute sarà dispiegato subito dopo e con un diametro di 35 metri sarà il più grande mai impiegato su Marte.

La Nasa ha messo a disposizione dell’Esa uno speciale dispositivo di collaudo in grado di condurre test a terra che riproducono le estreme velocità che il modulo e i paracadute si troveranno a affrontare nella discesa verso il suolo marziano. Durante i test, i paracadute sono stati posizionati si di un apposito veicolo di prova che li ha sganciati mentre viaggiava alla velocità di 120 chilometri orari: la prova ha avuto un esito positivo e i tecnici hanno verificato l’integrità delle sacche contenenti i paracadute.

All’inizio del 2020, verranno effettuati nuovi test in Oregon questa volta  in alta quota e a velocità più elevata (circa 200 chilometri all’ora) per simulare le condizioni reali che i  paracadute dovranno affrontare mentre verranno estratti dalle loro sacche.  

«Atterrare su Marte è difficile e non trascureremo nessun dettaglio – commenta Thierry Blancquaert, responsabile del team di Spacecraft Systems Engineering di ExoMars – dopo tante difficoltà, le modifiche al sistema dei paracadute stanno progredendo e questi test preliminari mostrano risultati molto promettenti, che aprono la strada ai prossimi test di qualificazione».

ExoMars 2020 è una missione congiunta di Esa e Roscosmos che  partirà dal cosmodromo di Baikonur il prossimo luglio e giungerà su Marte a marzo 2021. Il suo compito sarà quello di perforare la superficie marziana, grazie a un trapano costruito in Italia, alla ricerca di tracce di vita presente o passata. L’Italia ha un ruolo di primo piano anche per il controllo della missione con il Centro di Controllo del Rover Europeo (Rocc) presso la sede di Altec di Torino.

Fulvia Croci: Giornalista