Il Commercial Crew Program ha subito molti ritardi e tra qualche mese la presenza di astronauti americani sulla Iss potrebbe diminuire
La presenza degli astronauti americani sulla Iss potrebbe diminuire drasticamente a causa dei ritardi sul Commercial Crew Program che coinvolge Boeing e SpaceX. E’ questo il contenuto del rapporto stilato dall’Office Inspector General (Oig) della Nasa secondo il quale nessuna delle due aziende riuscirà ad avere l’idoneità al volo della Nasa per le proprie navette Cst-100 Starliner e Crew Dragon prima della prossima estate. Se le certificazioni dovesse slittare ancora, la Nasa rischia di far restare a terra i propri astronauti il prossimo autunno.
Secondo quanto si legge dai programmi esaminati dall’Oig, SpaceX dovrebbe ricevere l’idoneità al volo a gennaio, mentre quella di Boeing è in programma per febbraio. Tuttavia, l’ok della Nasa arriverebbe solo dopo il completamento dei voli di prova con equipaggio che con molta probabilità non avverranno così presto. I principali problemi delle due aziende – si legge nel rapporto – riguardano i paracadute e i sistemi di abort mission. Boeing deve ancora completare tre dei sei test di affidabilità del sistema di interruzione del lancio richiesti dalla Nasa, dopo l’individuazione di un malfunzionamento nel giugno 2018 che ha ritardato di un anno lo sviluppo generale della navetta. SpaceX invece, ha dato il via ai test dei paracadute Mark 3 per Crew Dragon, completando con successo 13 test su 15 e ha eseguito un test statico sui propulsori lo scorso 13 novembre, a quasi sette mesi di distanza dall’incidente che ha causato la distruzione di una capsula Crew Dragon.
Questi ritardi, influenzeranno negativamente la possibilità di utilizzo della Iss a partire dalla prossima primavera, quando il numero di astronauti presenti sulla stazione scenderà da sei a tre, con un solo americano, Chris Cassidy. Questo evento ridurrebbe la capacità Nasa di operare sul segmento orbitale americano della Iss, Usos. «Una riduzione del numero di membri dell’equipaggio sul segmento americano, limiterebbe i compiti degli astronauti principalmente alla manutenzione, lasciando poco tempo alla ricerca scientifica- si legge nel rapporto Oig – tre astronauti possono effettuare una media di 11,67 ore di ricerca a settimana per persona. Un singolo astronauta, tuttavia, avrebbe tempo per solo 5,5 ore di ricerca a settimana e questo potrebbe non essere sufficiente per sviluppare le capacità necessarie per le missioni future di esplorazione dello spazio». Nel frattempo la Nasa ha richiesto ma non ancora ottenuto i due passaggi sulla Soyuz per l’autunno 2020 e la primavera del 2021 richiesti formalmente alla Roscosmos da Jim Bridenstine, lo scorso 24 ottobre.
Il rapporto Oig ha poi messo in evidenza un altro problema riguardante l’acquisto di ulteriori passaggi sulla Soyuz: L’Iran, North Korea and Syria Nonproliferation Act (Inksna) che autorizza gli Usa a imporre sanzioni contro privati e governi (in questo caso quello russo coinvolto in attività con i paesi citati nell’atto) che si impegnano in attività di proliferazione. L’atto, valido fino al 2020, contiene una clausola che esclude le attività della Nasa per consentire l’acquisto dei servizi di lancio dalla Russia fino all’avvio del Commercial Crew Program. Ma non tutti sembrano essere d’accordo con le previsioni del report. Ken Bowersox, amministratore associato della Nasa, ha affermato che la clausola che esclude le attività Nasa dall’Inksna potrebbe essere estesa fino al 2030, dando la possibilità agli Stati Uniti di superare l’impasse. Anche il vice presidente Mike Pence, ha espresso chiaramente la propria opinione sul futuro del volo spaziale umano made in Usa, con affermazioni che si discostano da quanto scritto nel report Oig:
«Prima che arrivi la primavera del prossimo anno, faremo volare gli astronauti americani sui razzi americani dal suolo americano, verso la Iss. Avremo le nostre navette che saranno in grado di fare la spola da e per la Stazione Spaziale e non avremo più bisogno di un passaggio con i russi». Non resta che attendere l’inizio del prossimo anno e i voli di prova con equipaggio di SpaceX e Boeing per vedere quale delle due previsioni si avvererà.
Leggi il report dell’Office Inspector General della Nasa