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A caccia di segni di vita nelle meteoriti ‘velenose’

Elaborazione artistica della Terra primordiale (Credits: NASA's Goddard Space Flight Center Conceptual Image Lab)

Sostanze letali per gli esseri viventi, ma connesse in qualche modo allo sbocciare della vita sulla Terra primordiale: sono il cianuro e il monossido di carbonio, i cui composti, contenenti anche ferro e scoperti in un gruppo di meteoriti ricche di carbonio, sono al centro di un nuovo studio di Nature Communications (articolo: “Organometallic compounds as carriers of extraterrestrial cyanide in primitive meteorites”). La ricerca è stata coordinata dalla Boise State University (Idaho) e ha visto anche la partecipazione della Nasa, che l’ha finanziata nell’ambito del programma Emerging Worlds. Gli autori del paper ritengono che i composti chimici trovati in queste meteoriti possano aver avuto un ruolo nell’alimentare lo sviluppo della vita sulla Terra, anche perché assomigliano alle aree attive (regioni dove avvengono le reazioni chimiche) delle idrogenasi, enzimi che forniscono energia a batteri ed archeobatteri scomponendo l’idrogeno.

Secondo gli scienziati, i composti in questione dovevano essere presenti sulla Terra, prima dell’inizio della vita, in un periodo in cui il nostro pianeta era costantemente bersagliato dalle meteoriti e aveva un’atmosfera più ricca di idrogeno (in alto, elaborazione artistica del Nasa’s Goddard Space Flight Center Conceptual Image Lab). Nonostante la sua velenosità, il cianuro, costituito da un atomo di carbonio e uno di azoto, è ritenuto un elemento cruciale nell’avvio della vita, dato il suo coinvolgimento nella sintesi non biologica di composti organici come gli aminoacidi e le basi azotate, i ‘mattoni’ delle proteine e degli acidi nucleici, caratteristici di tutte le forme di vita conosciute. Il team della ricerca ha sviluppato nuovi metodi analitici per estrarre e misurare le tracce di cianuro dalle meteoriti; tra di esse, queste tracce sono state riscontrate in una particolare ‘famiglia’, chiamata condriti Cm. A questo gruppo risulta connesso anche Bennu, l’asteroide obiettivo della missione Nasa Osiris-Rex; dopo averne analizzato i dati, gli esperti attendono il ritorno di un campione sulla Terra (previsto nel 2023) per cercare di capire l’eventuale legame tra Bennu e le meteoriti e il ruolo degli asteroidi nel aver trasportato composti prebiotici, come il cianuro.

Ulteriori approfondimenti sulle condriti Cm hanno evidenziato che cianuro e monossido di carbonio si sono legati al ferro per creare dei composti stabili; utilizzando strumenti quali uno spettrometro di massa e un cromatografo liquido, gli studiosi hanno identificato due differenti complessi di ferro ciano-carbonico, che presentano una singolare somiglianza con i siti attivi delle idrogenasi. Questi enzimi sono presenti in quasi tutti i batteri attuali e negli archeobatteri e sono ritenuti di origine molto antica; sono piuttosto ampi, ma i loro siti attivi sono composti metallorganici molto più piccoli, che, secondo i ricercatori, assomigliano a quelli a base di cianuro presenti nelle meteoriti. Questa somiglianza suggerisce che i processi chimici non biologici avvenuti sugli asteroidi ‘genitori’ delle meteoriti e sulla Terra primordiale potrebbero aver creato molecole utili per far emergere la vita. Gli scienziati hanno ipotizzato che i complessi ciano-carbonici possano essere stati i precursori dei siti attivi delle idrogenasi e siano stati poi incorporati nelle proteine miliardi di anni fa; probabilmente si sono anche comportati come sorgenti di cianuro sull’antica Terra.

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.