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L’origine ‘liquida’ della crosta lunare

Crosta lunare

L’inizio della ‘vita’ della Luna è stato piuttosto burrascoso, e ha segnato per sempre il futuro del nostro satellite. Poco dopo la sua formazione, circa 4.6 miliardi di anni fa, l’allora giovanissima Terra fu colpita da un corpo celeste delle dimensioni di Marte: fu proprio da questo violentissimo impatto – il più forte di tutta la storia terrestre – che fu generata la Luna.

Ora uno studio coordinato dall’Università del Texas getta una nuova luce sull’evoluzione del paesaggio lunare, grazie a una ricostruzione in laboratorio del composto magmatico che una volta doveva aver formato la superficie lunare. I risultati, pubblicati su Geophysical Research Letters, mostrano che la crosta del nostro satellite è stata inizialmente formata dalle rocce che affioravano alla superficie dell’antico oceano di magma, per poi raffreddarsi. “È affascinante pensare – dice Nick Dygert, prima firma dello studio – che un corpo celeste grande quanto la Luna all’inizio fosse completamente fuso. I nostri esperimenti riproducono questo materiale in piccole capsule qui sulla Terra, in modo da fare ipotesi sull’evoluzione della struttura originaria del nostro satellite.”

Porzioni piuttosto grandi della crosta lunare sono costituite al 98% da plagioclasio – un tipo di minerale che si trova anche nella crosta terrestre. Dagli esperimenti di Dygert e colleghi risulta che il plagioclasio lunare avrebbe fluttuato attraverso il magma verso la superficie per centinaia di migliaia di anni, per poi solidificarsi all’interno della crosta. Si tratta di un modello già ipotizzato in studi precedenti, ma che non era mai stato dimostrato in laboratorio. “È la prima volta – spiega infatti il ricercatore – che abbiamo risultati di esperimenti affidabili per capire come si è formata la crosta lunare.” Un’origine ‘liquida’, dunque, che senza l’antico oceano di magma non sarebbe stata possibile.

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica