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La ‘prima luce’ di Imap

Una rappresentazione artistica della sonda Imap (Interstellar Mapping and Acceleration Probe) della Nasa

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Imap (Interstellar Mapping and Acceleration Probe), la missione della Nasa che traccerà i confini dell’eliosfera, a poche settimane dal lancio, avvenuto lo scorso 24 settembre 2025, ha già raggiunto un traguardo significativo: ha catturato la ‘prima luce’, locuzione con cui gli astronomi indicano il momento in cui uno strumento effettua le prime osservazioni o misurazioni dopo il lancio.

Si tratta di una fase critica, perché conferma che gli strumenti funzionano correttamente nello spazio e che la missione è pronta a iniziare la raccolta di dati scientifici. I dieci strumenti a bordo della sonda hanno iniziato a raccogliere dati preziosi e coerenti per studiare l’eliosfera — una gigantesca bolla creata dal vento solare che racchiude l’intero sistema solare — e come essa interagisce con il vicinato galattico locale. In particolare, tre dei suoi strumenti – Imap-Lo, Imap-Hi e Imap-Ultra – misurano particelle prive di carica, chiamate Ena (Energetic Neutral Atoms), messaggeri cosmici che si formano al bordo dell’eliosfera e consentono agli scienziati di capire come questa regione interagisce con il mezzo interstellare.

Queste mappe parziali dei confini dell’eliosfera sono state realizzate a partire dai dati di “prima luce” degli strumenti Imap-Hi, Imap-Lo e Imap-Ultra. Queste prime osservazioni offrono un’anteprima del livello di dettaglio che la missione Imap (Interstellar Mapping and Acceleration Probe) della Nasa sarà in grado di catturare. I colori più caldi indicano le regioni con una maggiore presenza di atomi neutri energetici (Ena). Crediti: Nasa.

La destinazione di Imap è il punto di Lagrange L1, una posizione nello spazio situata tra la Terra e il Sole, a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. Durante il viaggio verso L1, Imap ha rivolto i suoi strumenti verso la Terra e ha osservato gli Ena generati dal campo magnetico terrestre. Queste particelle di origine terrestre superano di gran lunga in numero di quelle provenienti dall’eliosfera: per questa ragione la sonda sarà posizionata nel punto L1: da lì, avrà una visuale libera per osservare gli Ena provenienti dai confini dell’eliosfera e monitorare il vento solare senza interferenze.

L’ambiente magnetico terrestre appare luminoso in questa immagine ripresa dallo strumento Imap-Ultra, che include dati sugli Ena insieme al rumore di fondo. La Terra si trova al centro della struttura rossa a forma di ciambella. L’immagine è stata scattata mentre Imap lasciava la Terra per raggiungere la sua postazione al punto di Lagrange 1. Crediti: Nasa.

Imap arriverà al punto L1 all’inizio di gennaio e inizierà la raccolta operativa di dati il 1° febbraio 2026. Da quella posizione privilegiata, aprirà una nuova finestra sulla comprensione dell’ambiente interstellare e sul ruolo del vento solare nella protezione del nostro sistema planetario. Oltre a mappare la bolla solare, Imap studierà, infatti, il flusso continuo di particelle cariche provenienti dal Sole. Cinque strumenti della missione alimenteranno il sistema I-ALiRT (Active Link for Real-Time), progettato per fornire circa mezz’ora di preavviso agli astronauti e ai satelliti in caso di eventi di meteo spaziale potenzialmente pericolosi. Questa capacità è cruciale per la sicurezza delle future missioni umane nello spazio.

Immagine in alto: Una rappresentazione artistica della sonda Imap (Interstellar Mapping and Acceleration Probe) della Nasa. Crediti: Nasa/Princeton/Patrick McPike.

Germana Galoforo: Germana Galoforo è Primo Tecnologo presso l'Agenzia Spaziale Italiana, dove da oltre 19 anni cura, progetta e gestisce iniziative educative e di divulgazione tecnico-scientifica in ambito spaziale, oltre a eventi ispirazionali per i giovani, a livello nazionale e internazionale. Dopo la Laurea con lode in Scienze della Comunicazione presso l'Università Sapienza di Roma, ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Marketing e Comunicazione d'Impresa presso l'Università IULM di Milano, dove ha successivamente svolto un periodo di docenza e ricerca. È stata responsabile delle attività educative per sette missioni di astronauti italiani a bordo della Stazione Spaziale Internazionale e, attualmente, ricopre l'incarico di responsabile del Settore Education e Outreach di ASI. È Chair e delegata italiana presso l'Advisory Committee on Education dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA). È inoltre autrice di numerosi articoli e pubblicazioni scientifiche.