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Nisar, le prime immagini della superficie terrestre

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Nisar ha rilasciato alcune immagini preliminari in banda L della superficie del nostro pianeta per dare un assaggio delle sue potenzialità.

Il satellite, frutto della collaborazione tra la Nasa e l’Isro, l’agenzia spaziale indiana, entrerà in piena fase operativa a novembre per l’Osservazione della Terra aiutando gli scienziati a comprendere le variazioni della superficie che precedono le calamità naturali.

Lanciato il 30 luglio dal Centro Spaziale di Satish Dhawan in India, Nisar è il primo satellite che utilizza due radar, uno a banda L e uno a banda S.

In queste prime immagini è stato utilizzato il sistema a banda L, sviluppato dalla Nasa e in grado di rilevare oggetti fino a 5 metri.

Il 21 agosto Nisar ha scansionato l’isola di Mount Desert, nel Maine, sulla costa nord est degli Stati Uniti, dove si possono distinguere gli stretti corsi d’acqua che l’attraversano. Le aree scure rappresentano l’acqua, in verde la foresta e in magenta le superfici regolari, come i terreni e gli edifici.

Due giorni dopo, il 23 agosto, il satellite, sempre in banda L, ha osservato le foreste e le zone del Dakota del Nord, al confine con il Canada. Le aree scure mostrano i campi agricoli incolti, i colori più chiari i pascoli o le colture di soia e mais, i motivi circolari indicano l’uso di un sistema di irrigazione a perno centrale.

Nisar – Dakota del Nord – 23 agosto 2025

Nisar ha raggiunto a metà settembre la sua posizione a 747 chilometri di quota. Quando sarà completamente operativo, il radar a banda S fornito dall’Isro, con la sua sensibilità, riuscirà a penetrare una vegetazione di piccole dimensioni per il monitoraggio di alcuni tipi di ecosistemi.

«L’acquisizione di queste prime immagini di Nisar è un esempio straordinario di come la collaborazione tra due nazioni, ai lati opposti del mondo, possa realizzare grandi cose e a beneficio di tutti» ha detto Amit Kshatriya, amministratore associato della Nasa.

 

Immagine di copertina: Mount Desert, nel Maine, osservato da Nisar il 21 agosto 2025 – Credit: Nasa/Jpl-Caltech

Barbara Ranghelli: Giornalista scientifica. Da sempre attratta dal cielo, ho iniziato a indagarlo dall’età di 7 anni. Prima con mio zio dalla Sicilia, poi con la rivista “L‘Astronomia” fondata da Margherita Hack che raccontava le Costellazioni attraverso i Miti, infine con l’associazione astrofili “Altair” di Ostia, utilizzando il telescopio. Dopo una lunga parentesi nelle produzioni televisive broadcast, ho frequentato la Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e dal 2022 sono socia dell’Unione Giornalisti Scientifici Italiani.