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Una nebulosa planetaria ripresa da Hubble

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Sembra un dipinto, in realtà è l’ultima opera di Hubble. In realtà non è nemmeno corretto dire che sia l’ultima: lo scatto risale al 2009, ma per la realizzazione di questa immagine, i dati sono stati elaborati con tecniche recenti e avanzate. Ma andiamo per ordine…

La foto ritrae la fase finale di una stella gigante a 4600 anni luce dalla Terra, nella Costellazione del Cigno.

Si tratta di nebulosa planetaria generata dall’ultima esplosione di Kohoutek 4-55 e la cui forza ha illuminato i gas e le polveri attorno ad essa.

Quando una stella gigante rossa esaurisce il suo combustibile e perde i suoi ultimi strati di gas, il suo nucleo si comprime fino a esplodere. L’elevata temperatura del nucleo emette una luce ultravioletta che ionizza gli atomi presenti nel gas attorno ad esso facendoli brillare. In questa immagine, il rosso e l’arancione indicano l’azoto, il verde l’idrogeno e il blu l’ossigeno.

La fase di fusione del nucleo è breve considerando i ‘tempi’ del cosmo: durerà qualche decina di migliaia di anni per poi diventare una nana bianca, un corpo celeste piccolo, massiccio e poco luminoso.

Come anticipato nell’introduzione, questa immagine è stata scattata 16 anni fa. Fu l’ultima attività della Wide Field and Planetary Camera 2 (Wfpc2) che ora si trova al National Air and Space Museum di Whashington. Lo strumento fu installato nel 1993, poco dopo il lancio di Hubble per sostituire l’originale Wide Field and Planetary Camera che aveva un difetto ottico. L’installazione della nuova e attuale fotocamera, la Wfpc3, ha anche segnato l’ultimo intervento in orbita sul telescopio spaziale.

 

Immagine di copertina: nebulosa planetaria Kohoutek 4-55 – Crediti: Esa/Hubble & Nasa, K. Noll

Barbara Ranghelli: Giornalista scientifica. Da sempre attratta dal cielo, ho iniziato a indagarlo dall’età di 7 anni. Prima con mio zio dalla Sicilia, poi con la rivista “L‘Astronomia” fondata da Margherita Hack che raccontava le Costellazioni attraverso i Miti, infine con l’associazione astrofili “Altair” di Ostia, utilizzando il telescopio. Dopo una lunga parentesi nelle produzioni televisive broadcast, ho frequentato la Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e dal 2022 sono socia dell’Unione Giornalisti Scientifici Italiani.