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Un nuovo studio pubblicato su Journal of Geophysical Research: Planets presenta le analisi in situ dei campioni di terreno marziano finora raccolti da Perseverance.
Il lotto include nuclei di roccia delle dimensioni di un pezzo di gesso da lavagna, frammenti grandi quanto una gomma per matita e minuscoli granelli di sabbia o polvere che potrebbero poggiare sulla punta di un ago.
Nell’ambito della missione Mars 2020, il rover della Nasa Perseverance è stato lanciato nel luglio 2020 ed è arrivato su Marte nel febbraio 2021, precisamente nel cratere Jezero, un antico bacino lacustre di 45 chilometri di diametro, scelto per il suo potenziale nel raccontare il passato umido del Pianeta Rosso.
Attualmente, il ritorno dei campioni sulla Terra è previsto tra il 2035 e il 2039. Finora ne sono stati raccolti 28 dei 43 previsti dalla missione, che mira a determinare se Marte abbia mai supportato forme di vita, a risalire ai processi e alla storia climatica del pianeta, a esplorare l’origine e l’evoluzione del sistema geologico marziano e ad affrontare eventuali sfide durante future spedizioni umane.
Le prime analisi rivelano una crosta superficiale diversa dal suolo sottostante, con ciottoli più grandi in superficie e granuli più fini al di sotto. Alcuni campioni di regolite appaiono alterati, segno di un possibile contatto con l’acqua, indicando ambienti potenzialmente abitabili nel passato. Le misurazioni atmosferiche mostrano segni di processi recenti, probabilmente inclusa la presenza di vapore acqueo nella formazione della crosta del suolo. Il substrato roccioso è, inoltre, ricco di olivina, un minerale che sulla Terra può indicare ambienti abitabili attraverso il processo di serpentinizzazione, che avviene quando il minerale interagisce con acqua e calore.
Tra i campioni raccolti spicca una roccia soprannominata ‘Cheyava Falls’, come una cascata del Grand Canyon, caratterizzata da macchie simili a quelle di un leopardo. La roccia contiene fosfato, un componente essenziale per la vita sulla Terra, fondamentale per il metabolismo energetico, le membrane cellulari e il Dna/Rna.
Da un piccolo campione di roccia o granelli di polvere, il rover cerca di decifrare informazioni per rintracciare indizi sulla storia del pianeta, inclusi segni di vita passata. Sulla Terra, la vita prospera quasi ovunque ci sia acqua; con Perseverance si cerca di scoprire se lo stesso valesse per Marte miliardi di anni fa, quando il suo clima era molto più simile al nostro.
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In apertura: Il rover Perseverance progettato per esplorare il cratere Jezero su Marte come parte della missione Mars 2020 della Nasa. Crediti: Nasa.