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Messier 83, due cuori e una galassia

Twelve million light-years away lies the galactic masterpiece Messier 83, also known as the Southern Pinwheel Galaxy. Its swirling spiral arms display a high rate of star formation and host six detected supernovae. This image was captured with the Department of Energy-fabricated Dark Energy Camera, mounted on the U.S. National Science Foundation Víctor M. Blanco 4-meter Telescope at Cerro Tololo Inter-American Observatory in Chile, a Program of NSF NOIRLab.

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Innumerevoli stelle neonate e tante altre in fin di vita. Si stima che Messier 83, teatro di almeno sei esplosioni stellari, contenga ancora centinaia di migliaia di resti di supernove.
Nota anche come Girandola del Sud, M83 è una galassia a spirale molto più piccola della Via Lattea, ma con un tasso di formazione stellare più elevato.

Distante 12 milioni di anni luce, Messier 83 – protagonista di quest’immagine acquisita con la Dark Energy Camera montata sul telescopio Victor Blanco – mostra nubi rosa di gas idrogeno lungo i suoi bracci a spirale e ammassi blu di roventi giovani stelle. Nel suo cuore galattico, un rigonfiamento giallo di stelle più vecchie custodisce al centro un puntino luminoso. Lì è stato individuato, nel 2006, un fenomeno simile a un secondo nucleo, già osservato diversi anni fa in Andromeda, la galassia a spirale più vicina a noi.

Come in quel caso, M83 non contiene due buchi neri centrali, ma il suo singolo buco nero supermassiccio è circondato da un disco asimmetrico di stelle, che gli orbitano attorno creando l’aspetto di un doppio nucleo. 
L’ipotesi è che questa concentrazione di massa sia il residuo di un’altra galassia in collisione — forse responsabile dell’intensa attività stellare di M83 — che culminerà con la fusione di due buchi neri nei prossimi 60 milioni di anni.

Gloria Nobile: Penna per scrivere, voce per raccontare. Sono una comunicatrice scientifica, da sempre appassionata di astronomia e documentari. Dopo la Laurea magistrale in Giornalismo, ho conseguito il Master in Comunicazione della scienza alla Sissa di Trieste. Oggi scrivo per l’Agenzia spaziale italiana e mi occupo della comunicazione della candidatura italiana per il progetto Einstein Telescope.