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Il ritorno di Voyager 1

Voyager 1 è tornata. La sonda della Nasa ha ripreso a inviare dati scientifici da tutti i suoi quattro strumenti, dopo il malfunzionamento dello scorso novembre.
Negli ultimi mesi, gli scienziati del Jpl dell’agenzia statunitense hanno lavorato senza sosta per  identificare il problema, rintracciato in un danno al chip di memoria di uno dei computer della navicella. Il team ha poi riscritto un pezzo di software per evitare l’utilizzo di quel chip, sperando di riprendere i contatti con Voyager 1. Speranza che adesso è stata ripagata: i quattro strumenti, che misurano le onde di plasma, i campi magnetici e le particelle nello spazio interstellare, hanno ricominciato a inviare dati.
Un successo che la Nasa celebra anche in memoria di uno dei padri di Voyager 1, Ed Stone, project scientist del programma Voyager dal 1972 al 2022. Una vita dedicata a una delle missioni più importanti e longeve della storia dell’esplorazione del cosmo, che ora continua a fare scienza a oltre 24 miliardi di chilometri da noi.
Giulia Bonelli: Giornalista scientifica freelance appassionata di clima, ambiente, osservazione della Terra e astronomia. Ha una laurea in filosofia e un master in comunicazione della scienza alla Sissa di Trieste. Collabora con la società di comunicazione della scienza formicablu ed è co-fondatrice di Facta.eu, centro no profit che applica il metodo scientifico al giornalismo. Dal 2015 collabora con Global Science, convinta che lo spazio sia un punto di vista privilegiato per comprendere meglio il nostro pianeta.