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Satelliti di legno per uno spazio sostenibile

Il piano è quello di generare rifiuti spaziali biodegradabili.

Ci stanno provando Nasa e Jaxa insieme che entro il prossimo anno lanceranno il primo satellite di legno. Non brucia e non marcisce nel vuoto dello spazio, ma si disintegra completamente rientrando nell’atmosfera.

Si chiama LignoSat, è grande quanto una tazza di caffè ed è costruito in legno di magnolia.

Gli esperimenti sono stati condotti nel 2022 a bordo della Stazione Spaziale Internazionale nell’ambito del programma ‘LignoStella Space Wood Project’ a cura dell’Università di Kyoto e della Sumitomo Forestry. Gli scienziati hanno potuto testare tre tipi differenti di legno, magnolia, betulla e ciliegio che, all’interno di un modulo, sono stati esposti nello spazio per 10 mesi.

«Nonostante l’ambiente estremo dello spazio comporti notevoli variazioni di temperatura, l’esposizione ai raggi cosmici e pericolose particelle solari, i test non hanno mostrato alcuna decomposizione o deformazione» hanno detto ricercatori.

La scelta è ricaduta sul legno di magnolia perché più resistente durante la lavorazione.

L’utilizzo del legno risolverebbe anche il problema dell’inquinamento luminoso causato dalla luce riflessa dei detriti spaziali. I metalli di cui sono costituiti aumentano di circa il 10 per cento la luminosità del cielo notturno, ostacolando l’osservazione dei fenomeni nello spazio profondo.

 

Crediti immagine: Università di Kyoto, J. Tobiyama

Barbara Ranghelli: Giornalista scientifica. Da sempre attratta dal cielo, ho iniziato a indagarlo dall’età di 7 anni. Prima con mio zio dalla Sicilia, poi con la rivista “L‘Astronomia” fondata da Margherita Hack che raccontava le Costellazioni attraverso i Miti, infine con l’associazione astrofili “Altair” di Ostia, utilizzando il telescopio. Dopo una lunga parentesi nelle produzioni televisive broadcast, ho frequentato la Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e dal 2022 sono socia dell’Unione Giornalisti Scientifici Italiani.