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Cerere, nuove ipotesi sulle molecole organiche

Le molecole alifatiche – composte da carbonio e idrogeno individuate dalla missione Nasa Dawn sul pianeta nano Cerere – potrebbero essere state prodotte da impatti esterni. Lo afferma uno studio in presentazione al convegno della Geological Society of America, che si sta svolgendo in questi giorni a Pittsburgh.

Dalle analisi della sonda Dawn è emerso che Cerere è coperto da numerosi crateri da impatto prodotti dagli asteroidi. Secondo una prima ipotesi, le comete o altri oggetti simili sono i veri responsabili della presenza di molecole organiche mentre un’altra teoria, evidenzia  che queste sostanze erano presenti sul pianeta nano fin dalle sue origini e hanno subito diverse alterazioni a causa della presenza di acqua salmastra. I ricercatori sperano che la missione Lucy, diretta verso i quattro asteroidi troiani di Giove, possano presto far luce sulla materia organica nel Sistema Solare.

«Probabilmente troveremo delle differenze – afferma Jessica Sunshine, astronoma dell’Università del Maryland – dato che gli asteroidi troiani hanno subito impatti molto diversi da quelli di Cerere e per via della diversa composizione di questi ultimi. I confronti con Cerere ci aiuteranno a comprendere la distribuzione delle sostanze organiche nel sistema solare esterno».

Dawn è stata lanciata nel 2007 nell’ambito del Programma Discovery; la sonda vanta un forte contributo italiano con l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). La partecipazione italiana alla missione consiste nella fornitura dello spettrometro Vir (Visible and Infrared Mapping Spectrometer) che ha inviato a Terra oltre 11 milioni di immagini e 90 GB di dati, contribuendo in maniera decisiva allo studio accurato delle caratteristiche e della storia di Vesta e Cerere. Lo strumento è finanziato e coordinato dall’Asi, sotto la guida scientifica dell’Inaf, e costruito dalla società Leonardo.

Immagine in apertura: una simulazione di impatto realizzata presso il Nasa Ames Vertical Gun Range. Crediti: Nasa / Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory

Fulvia Croci: Giornalista pubblicista, dopo la laurea in Relazioni Internazionali si avvicina al mondo della comunicazione scientifica. Nel corso degli anni ha trattato una vasta gamma di temi legati all'esplorazione spaziale, alla ricerca e alle attività dell’Agenzia Spaziale Italiana.