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Impatti sul cervello umano durante i voli spaziali

In base al tempo di permanenza nello spazio, il volume del ventricolo cerebrale di astronauti che hanno trascorso missioni più lunghe e con un tempo di recupero più breve tra le missioni, risulta aumentato. Questi cambiamenti che riguardano anche l’acqua libera extracellulare (FW) come il liquido cerebrospinale, registrano che dopo il volo spaziale, ci sono diminuzioni del volume del liquido intracranico nella parte superiore del cervello e aumenti intorno alla base del cervello.

Rachael Seidler, neuroscienziata dell’università della Florida (Usa) ha guidato un team internazionale che ha esaminato le risonanze magnetiche del cervello di 30 astronauti prima e dopo il volo spaziale: otto astronauti impegnati per sole due settimane nello spazio, diciotto astronauti per sei mesi e quattro astronauti per le missioni più lunghe.

Le risposte ottenute nello studio delle risonanze magnetiche per undici astronauti, con un tempo di recupero inferiore a tre anni tra una missione e l’altra, mostra un aumento associato del volume del ventricolo dopo la loro missione più recente. In sette astronauti, con un tempo di recupero più breve tra una missione e l’altra, c’era poco o nessun allargamento dei ventricoli.

Tuttavia, le esperienze diverse di volo spaziale tra gli astronauti potrebbero incidere. La durata della missione varia in genere da 2 settimane a 1 anno e, alcuni astronauti sono principianti mentre altri hanno esperienza, con un numero variabile di voli precedenti e intervalli tra le missioni. Non è noto se o come queste differenze individuali nell’esperienza di volo precedente siano associate a cambiamenti cerebrali strutturali indotti dal volo spaziale e relativo spostamento di liquido intracranico.

Per consentire ai ventricoli di recuperare la loro capacità compensatoria ad accogliere l’aumento del fluido, lo studio, pubblicato su Scientific Reports, suggerisce intervalli non inferiori a tre anni tra un volo e l’altro, per consentire ai ventricoli di recuperare la loro capacità compensatoria ad accogliere l’aumento del fluido intracranico. Ottenere informazioni sui cambiamenti strutturali cerebrali dipendenti dall’esperienza con il volo spaziale è fondamentale in vista delle prossime  missioni umanes su Marte.

In apertura: immagini multiple di risonanza magnetica sagittale del livello del cervello umano. Credito: Shutterstock

Giuseppina Pulcrano: Giornalista pubblicista e attuale responsabile dell'unità Multimedia per Agenzia Spaziale Italiana, ho lavorato per il settore diffusione della cultura aereospaziale fin dagli anni '90. Distaccata presso MediaInaf per due anni. Laurea e master di secondo livello biennale presso la Sissa di Trieste : Master in Comunicazione della Scienza "Franco Prattico".