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    Categorie: cosmo

Il cuore di Centaurus A

È un mosaico di luci e colori, la nuova immagine diffusa ieri dalla Nasa che ritrae la galassia Centaurus A. Segni particolari: un buco nero supermassiccio, che nella foto si vede come un bagliore di luce situato nel cuore galattico. Questo effetto è dovuto ai diversi occhi che hanno osservato l’oggetto celeste. L’immagine è infatti ottenuta combinando i dati di più osservatori: i telescopi spaziali Chandra e Ixpe e l’Osservatorio dell’Eso in Cile. Una tripletta di imprese scientifiche che hanno permesso di ottenere uno dei più dettagliati ritratti di Centaurus A.

Nome in codice NGC 5128, o anche solo C77, Centaurus A è una galassia situata nella costellazione del Centauro, a circa 11 milioni di anni luce dalla nostra Via Lattea. Appartiene alla classe intermedia tra galassie ellittiche e a spirale, ed è tra le galassie più brillanti del cielo notturno. Il buco nero supermassiccio al suo interno, chiamato Cen A, è una delle più forti radiosorgenti conosciute. Ed è proprio qui che hanno puntato i telescopi spaziali Chandra e Ixpe.

Come tutti i buchi neri, Cen A si nutre del gas e della polvere che lo circondano, e da esso fuoriescono grandi getti di particelle ad alta energia e altro materiale. Uno di questi getti è visibile nella nuova immagine in alto a sinistra: la scia si estende per ben 13.000 anni luce a partire dal buco nero. È visibile anche una striscia di polvere che avvolge il centro della galassia, e che potrebbe essere il risultato di una collisione con una galassia più piccola avvenuta milioni di anni fa.

I colori dell’immagine sono stati scelti per riflettere le fonti dei dati. Il blu mostra la luce a raggi X catturata dal Chandra X-ray Observatory della Nasa, mentre l’arancione rappresenta i raggi X rilevati dal satellite Imaging X-ray Polarimetry Explorer (Ixpe) della Nasa in collaborazione con l’Asi. Infine, la luce ottica vista dall’European Southern Observatory in Cile è colorata di bianco e grigio.

Negli ultimi decenni, il buco nero supermassiccio di Centaurus A è stato uno degli oggetti di osservazione privilegiati di Chandra, partita nel 1999. Ma è stato con Ixpe, lanciato nel dicembre 2021, che questo e altri oggetti celesti simili sono stati osservati in modo del tutto nuovo. Ixpe è infatti specializzato nell’analisi di una proprietà della luce a raggi X chiamata polarizzazione, che misura l’organizzazione delle onde elettromagnetiche. Questi dati aiutano gli scienziati a studiare come le particelle vengono accelerate ad alte energie e velocità – quasi la velocità della luce – in oggetti cosmici estremi come Cen A. Fondamentale il contributo italiano alla missione: Ixpe ha a bordo 3 telescopi con rivelatori basati sulla tecnologia innovativa dei Gas Pixel Detector (Gpd) ideati e sviluppati da Infn e Inaf con il finanziamento dell’Agenzia Spaziale Italiana, che mette anche a disposizione per l’analisi dati lo Space Science Data Center e il Luigi Broglio Space Center.

Il nuovo ritratto di Centaurus A è un ulteriore passo avanti verso la comprensione dei meccanismi che regolano l’emissione dei getti a partire dal suo luminosissimo quanto oscuro cuore galattico.

Crediti immagine: X-ray: (IXPE): Nasa/Msfc/Ixpe/S. Ehlert et al.; (Chandra): Nasa/Cxc/Sao; Ottica: Eso/Wfi; Elaborazione immagini: Nasa/Cxc/Sao/J.Schmidt

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica freelance appassionata di clima, ambiente, osservazione della Terra e astronomia. Ha una laurea in filosofia e un master in comunicazione della scienza alla Sissa di Trieste. Collabora con la società di comunicazione della scienza formicablu ed è co-fondatrice di Facta.eu, centro no profit che applica il metodo scientifico al giornalismo. Dal 2015 collabora con Global Science, convinta che lo spazio sia un punto di vista privilegiato per comprendere meglio il nostro pianeta.