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Pronti gli ‘occhi’ di Hera

La missione Hera dell’Esa sta per ottenere il dono della vista. Gli ‘occhi’ della sonda sono due telecamere tecnologicamente molto avanzate, che permetteranno a Hera di completare la prima impresa dimostrativa di difesa planetaria iniziata nel settembre 2022 dalla missione Dart della Nasa.

Chiamate anche Afc da ‘Asteroid Framing Camera’, queste telecamere sono appena giunte presso il centro di Ohb in Germania, per essere integrate a bordo del modulo di carico utile di Hera.

La missione partirà nell’ottobre 2024 e avrà l’obiettivo di analizzare l’asteroide Dimorphos, la cui orbita intorno a Dydimos è stata deviata della collisione con la sonda Dart della Nasa, testimoniata dalle telecamere del nanosatellite dell’Agenzia Spaziale Italiana LiciaCube.

Le due camere Afc di Hera serviranno prima di tutto per individuare la coppia di asteroidi, che la sonda raggiungerà nel 2026. A quel punto le stesse telecamere saranno utilizzate a scopi scientifici, insieme a un altimetro laser e una telecamera termica, per mappare in modo dettagliato la forma e la composizione di Dimorphos.

Conclusa questa fase, la sonda dell’Esa si avvicinerà sempre più all’asteroide, fino a individuare il cratere formato dalla sonda Dart della Nasa dopo essersi schiantata sull’oggetto.

In questo modo Hera, con la sua vista altamente sviluppata, avrà una panoramica senza precedenti sul risultato del primo test di difesa planetaria mai intrapreso dall’essere umano, a cui ad oggi ha assistito soltanto LiciaCube.

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica