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L’esopianeta che non dovrebbe esistere

Un ‘peso massimo’ di tipo gioviano e una stella formato ‘mignon’: una strana coppia che sfida le attuali conoscenze relative alla genesi dei pianeti gassosi ed è protagonista di un nuovo studio di The Astronomical Journal (articolo: “Toi-5205b: A Short-period Jovian Planet Transiting a Mid-M Dwarf”).

L’indagine, basata principalmente sui dati della missione Tess della Nasa, è stata condotta da un gruppo internazionale di ricercatori, coordinato dalla Carnegie Institution for Science. Il nuovo pianeta è stato inizialmente ‘stanato’ da Tess mentre orbitava intorno alla stella Toi-5205; la sua esistenza è stata poi confermata dagli scienziati tramite l’utilizzo di una pluralità di strumenti installati su telescopi/osservatori di terra, come lo spettrografo Lrs2 del telescopio Hobby-Eberly in Texas.

Il corpo celeste, ‘battezzato’ con il codice alfanumerico Toi-5205b, è stato classificato come gigante gassoso. La sua stella è una nana rossa: astri di questo tipo sono più piccoli e freddi rispetto al Sole, hanno una luminosità ridotta, ma in compenso vivono più a lungo.

Le nane rosse possono avere un loro sistema planetario, ma finora si riteneva piuttosto improbabile che potessero dare origine a mondi di tipo gioviano; infatti, i giganti gassosi scoperti nei pressi di queste nane sono piuttosto rari. Tuttavia, il caso di Toi-5205b rappresenta veramente un unicum a causa delle dimensioni ridotte della sua stella, la cui luce è stata fortemente offuscata mentre il pianeta vi passava davanti; addirittura, il transito di Toi-5205bè uno dei più ampi al momento registrati dagli strumenti di osservazione.

I pianeti, com’è noto, nascono nei dischi di gas e polveri che ruotano intorno a giovani stelle; secondo le attuali teorie sui giganti gassosi, la quantità di materiale che occorre per formare il loro nucleo roccioso è pari a 10 masse terrestri. Successivamente, questi ‘embrioni’ planetari attirano verso di sé il gas circostante, diventando i colossi che conosciamo. Se una delle condizioni sopra indicate non si verifica – specificano gli studiosi – è molto difficile che un pianeta così grande possa avere origine.

I dischi protoplanetari delle nane rosse hanno una massa piuttosto ridotta e i tempi di formazione planetaria ad essi associata sono piuttosto lenti: un contesto che non soddisfa le condizioni necessarie per la nascita dei giganti gassosi, eppure Toi-5205b è riuscito a venire alla luce comunque. Il gruppo di lavoro, quindi, ritiene che questo straordinario corpo celeste sia meritevole di ulteriori indagini che potrebbero essere condotte proficuamente con il telescopio Webb.

 

In alto: elaborazione artistica del pianeta Toi-5205-b (Crediti: Katherine Cain, per gentile concessione della Carnegie Institution for Science). 

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.