X

Antartide, la Luna ‘spacca’ la piattaforma Brunt

Ha un’estensione che equivale quasi a quella della Grande Londra e ha ‘preso il volo’ il 22 gennaio dopo un lungo periodo di instabilità: si tratta di un vasto iceberg separatosi dalla piattaforma glaciale Brunt, un’area dell’Antartide che delimita la Terra di Coats nel settore del ‘continente bianco’ affacciato sul Mare di Weddell.

Il distacco, avvenuto nelle vicinanze della base inglese Halley VI, è stato osservato dalla costellazione satellitare Sentinel-3. Queste ‘sentinelle’, che fanno parte della flotta ideata nell’ambito del programma Copernicus della Commissione Europea, hanno realizzato la prima immagine del nuovo iceberg la mattina del 24 gennaio.

In genere, quando si verifica un distacco di ghiaccio di portata così ampia viene chiamato in causa il cambiamento climatico con tutto il suo corollario di effetti negativi; questa volta, però, il clima non sembra essere il responsabile. Infatti, gli esperti del Bas (British Antarctic Survey) – ente di ricerca inglese che si occupa di scienze polari e gestisce la base Halley VI – ritengono che il nuovo blocco di ghiaccio sia frutto di processi naturali che erano in corso da anni.

L’iceberg, che ha un’ampiezza di circa 1550 chilometri quadrati, si è formato lungo una fratturazione nota come Chasm-1; l’allargamento di questa spaccatura, monitorato sin dal 2012, è stato tale che nel 2016 il Bas ha dovuto spostare Halley VI di oltre 20 chilometri nell’entroterra. Ma quali sono i processi naturali di cui parlano gli studiosi? La rottura della piattaforma Brunt è avvenuta durante il periodo delle cosiddette maree ‘primaverili’; questi movimenti delle acque oceaniche sono connessi alle fasi lunari, soprattutto quelle di luna nuova e luna piena.

Anche se stavolta non è colpa del clima, l’evento è indicativo della fragilità di questa piattaforma glaciale, la cui ‘sofferenza’ è diventata evidente sin dal 1971 quando avvenne un distacco di ghiaccio particolarmente traumatico. Da lungo tempo Brunt è tenuta sotto controllo dallo spazio: due anni fa, ad esempio, era stata monitorata dalla coppia satellitare Sentinel-1 per la presenza di recenti e insidiose crepe che avevano reso ancor più instabile l’area. Per quanto riguarda il nuovo iceberg, che deve ancora ricevere un nome ufficiale dallo U.S. National Ice Center, i tecnici del Bas ipotizzano che sarà trasportato verso ovest dalla corrente costiera antartica.

In alto: l’iceberg staccatosi dalla piattaforma Brunt visto dai satelliti Sentinel-3 del programma Copernicus (Crediti: Copernicus) 

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.