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Selfie di Orion con vista sulla Terra

Veduta della Terra nello scatto ‘Blue Marble’ dalla missione Apollo 17 del 1972. Crediti: Nasa

50 anni dopo l’ultima fotografia della Terra realizzata da una missione lunare con equipaggio, la navicella spaziale Orion in viaggio verso la Luna ha scattato un selfie in compagnia del nostro Pianeta, quando la capsula Nasa si trovava a 92mila chilometri di distanza.
Era il 7 dicembre 1972 quando l’equipaggio della missione Apollo 17 realizzò la famosa e spettacolare ‘Blue Marble’, ossia biglia blu: uno degli scatti più distribuiti nella storia della fotografia che ritrae, da una distanza di 45mila chilometri, la Terra completamente illuminata e perfettamente sferica.

Oggi, seppur in versione più ovale e parziale, il disco luminoso del nostro Pianeta torna a essere protagonista nelle immagini di Orion, scattate nelle prime ore della missione che aprirà la strada al ritorno dell’umanità sul nostro satellite naturale.

La capsula di Artemis 1, primo capitolo del nuovo programma Nasa di esplorazione lunare, è stata lanciata il 16 novembre con il volo inaugurale del colossale razzo Space Launch System. Orion dovrà effettuare un volo di prova senza equipaggio intorno alla Luna per un’avventura nello spazio profondo che durerà complessivamente 25 giorni.
Nove ore dopo il lift off, la navicella ha scattato uno splendido selfie in cui Orion sembra abbracciare con uno dei suoi pannelli solari il pianeta Terra. Nell’immagine è ben visibile anche il suo sistema di manovra orbitale, oltre al grande motore che alimenta la sua avventura intorno alla Luna.

Le 16 camere a bordo della navicella spaziale Orion. Crediti: Nasa

Realizzato quando Orion si trovava a circa un quinto della distanza dal nostro satellite naturale e mentre viaggiava a quasi 8.800 km/h, lo scatto è stato effettuato da una delle telecamere montate all’estremità dei 4 pannelli solari che alimentano la navicella Nasa. Le 4 ali solari lunghe 7 metri sono state dispiegate a circa 18 minuti di volo aprendosi insieme nella peculiare forma a X.
I pannelli sono in grado di regolare la loro posizione rispetto al resto della navicella, ottimizzando così la raccolta della luce solare da convertire in elettricità per alimentare Orion. Ciò consente al team di controllo della missione, che opera presso il Johnson Space Center di Nasa a Houston, di puntare le telecamere sia per ispezionare diverse parti della navicella sia per documentare l’ambiente circostante, comprese la Terra e la Luna.

Queste 4 camere sono solo una parte dei 16 ‘occhi’ montati su tutta la navicella Orion, il cui compito è testimoniare tutti gli eventi essenziali della missione dimostrativa Artemis 1, dal decollo al rientro della capsula sulla Terra. Per questo motivo il campo visivo di ogni telecamera è stato ottimizzato per guardare il veicolo spaziale piuttosto che lo spazio profondo.

Scattata il 24 dicembre 1968 a bordo dell’Apollo 8 da Bill Anders, questa immagine iconica mostra la Terra che sorge oltre la superficie lunare mentre la prima navicella con equipaggio circumnavigava la Luna. Crediti: Nasa.

«Molte persone hanno un’impressione dell’Earthrise basata sul classico scatto dell’Apollo 8 – ha detto David Melendrez, responsabile dell’integrazione delle immagini per il programma Orion presso il Johnson Space Center –Le immagini catturate durante la missione saranno diverse da quelle che l’umanità ha visto durante le missioni Apollo, ma la cattura di eventi fondamentali come l’Earthrise, la massima distanza di Orion dalla Terra e il flyby lunare saranno una priorità assoluta».

Orion trasporta anche una tecnologia dimostrativa, chiamata Callisto, che comprende tre telecamere in cabina che saranno utilizzate per testare le capacità di videoconferenza con l’equipaggio. Callisto potrebbero migliorare la capacità del pubblico di immaginarsi all’interno di Orion e partecipare, così, in futuro al ritorno dell’uomo sulla Luna.

Spetterà ad Artemis 2, prevista per il 2024, di riportare un equipaggio umano verso la Luna senza però far atterrare gli astronauti sulla superficie lunare. Questo sarà l’obiettivo di Artemis 3, che potrebbe essere lanciata nel 2025.

Intanto continua il viaggio di Orion che impiegherà altri 4 giorni per raggiungere la Luna: il prossimo 21 novembre la navicella compierà il suo massimo avvicinamento al nostro satellite, passando a 97 chilometri dalla superficie lunare prima di stabilirsi in un’orbita distante intorno alla Luna.

Immagine in evidenza: il selfie scattato da Orion nove ore dopo il lift off di Artemis 1 del 16 novembre 2022. Crediti: Nasa

Giuseppe Nucera: Comunicatore scientifico e Multimedia producer. Laureato in Sociologia, ho conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e dell'Innovazione Sostenibile dell'Università Milano-Bicocca. Dal 2012 collaboro con diverse agenzie editoriali e pubbliche per comunicare online ricerche e progetti scientifici.