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Gli esopianeti dove meno te li aspetti

Ad oggi ne sono stati scoperti più di 5000 e il 90% di essi orbita intorno a stelle di dimensioni uguali o inferiori a quelle del Sole: sono gli esopianeti, mondi lontani e poliedrici che riservano sempre nuove sorprese alla comunità scientifica.

Infatti, stando alle stime sopra citate, questi corpi celesti non sarebbero comuni nei pressi delle stelle giganti, ma una recente scoperta ha messo in discussione questa tesi: sono stati individuati due pianeti gassosi in orbita intorno a µ2 Scorpii, un astro gigante di classe B.

La scoperta è stata illustrata nell’articolo “A scaled-up planetary system around a supernova progenitor”, accettato per la pubblicazione su Astronomy & Astrophysics e al momento disponibile in anteprima sulla piattaforma arxiv.org. Lo studio, condotto da un ampio team internazionale, ha visto la partecipazione in primo piano di ricercatori italiani del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Galileo Galilei” dell’Università di Padova e dell’Inaf-Osservatorio Astronomico di Padova (primo autore Vito Squicciarini).

µ2 Scorpii, che fa parte della coda nella costellazione dello Scorpione, ha una massa pari a nove volte quella del Sole e un giorno collasserà come supernova. Questo astro ‘condannato’ è incluso nello studio Beast (B-Star Exoplanet Abundance Study), dedicato a esaminare la frequenza e le proprietà di pianeti, nane brune e dischi nell’associazione Scorpius-Centaurus. Esaminando i dati di Beast, i ricercatori hanno rilevato appunto la presenza di due grandi esopianeti gassosi (uno però ancora da confermare pienamente) nei pressi di µ2 Scorpii: al momento, si tratta del primo sistema di questo genere a noi conosciuto.

‘Stanare’ questi due mondi extralarge non è stato facile, dato che i noti metodi del transito e della velocità radiale consentono di individuare soprattutto pianeti che orbitano molto vicino alle loro stelle. La combinazione tra astri di grandi dimensioni e mondi gassosi distanti crea quindi delle difficoltà, ma una serie di circostanze favorevoli (tra cui la massa, la brillantezza dei pianeti e la relativa vicinanza alla Terra) ha permesso agli studiosi di identificare la coppia.

Questa scoperta, secondo il gruppo di lavoro, mostra che gli esopianeti sono una realtà eclettica e possono presentarsi in una varietà di condizioni maggiore rispetto a quanto si riesce a rilevare al momento. Ogni pianeta extrasolare – che va ad arricchire il database di quelli già censiti – aggiunge nuovi tasselli alle conoscenze sulla complessità dei sistemi planetari e sui meccanismi che portano alla formazione di nuovi mondi.

In alto: le stelle dello Scorpione in un’immagine realizzata dal telescopio Hubble (Crediti: Nasa) 

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.