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La Luna ‘aiuta’ i satelliti che vegliano sulla Terra

La Luna e i satelliti che osservano il nostro pianeta: elementi che sembrano appartenere a due ambiti distanti, ma che in realtà sono connessi. Qual è il loro trait d’union? Si tratta della luce riflessa dalla Luna: questo chiarore, infatti, costituisce un valido supporto per verificare la regolazione dei delicati strumenti installati su questa tipologia di satelliti ed è al centro di una specifica missione aerea della Nasa, air-Lusi (airborne Lunar Spectral Irradiance).

La missione consiste in un telescopio collocato a bordo di un particolare aeroplano – l’Er 2 – in grado di raggiungere quote molto elevate, fino a oltre il 90% dell’atmosfera: a questa altitudine, air-Lusi può misurare con particolare cura (margine di incertezza inferiore all’1%) l’ammontare della luce riflessa dalla Luna per valutare la quantità di energia che i satelliti per l’Osservazione della Terra ricevono dal chiarore lunare.

La Luna – spiegano i tecnici della missione – è estremamente stabile e non è influenzata da quei fattori che si possono riscontrare sulla Terra, come quelli climatici: per questo motivo è considerata un ottimo riferimento per la calibrazione degli strumenti satellitari. Al momento sono più di 20 i satelliti della Nasa che operano in campo Ot e offrono alla comunità scientifica una prospettiva globale sul sistema climatico del nostro pianeta. Molti di essi misurano le onde luminose riflesse, disperse, assorbite o emesse dalla superficie terrestre, dalle acque e dall’atmosfera: queste onde comprendono la luce visibile e altre lunghezze d’onda (ad esempio, quelle nell’ultravioletto e nell’infrarosso). Come avviene per gli strumenti musicali di un’orchestra, anche i dispositivi satellitari devono essere in sintonia tra loro in modo che i ricercatori possano ottenere il massino dai loro dati; quindi, utilizzando la Luna come una sorta di diapason, gli scienziati sono in condizioni di confrontare più facilmente i dati provenienti dai diversi satelliti.

Il telescopio air-Lusi – sviluppato dalla Nasa insieme a Nist (National Istitute of Standards and Technology), Us Geological Survey e McMaster University – è entrato in attività nel novembre 2019 e ha svolto la sua più recente campagna di osservazioni nello scorso mese di marzo.

I dati del 2019 e del 2022, secondo il team della missione, hanno complessivamente il potenziale per supportare gli scienziati nel rendere più coerenti le informazioni raccolte dai satelliti nella gamma dall’ultravioletto al vicino infrarosso.

Crediti immagine: Nasa

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.