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Un traghetto per Artemis

Proseguono i preparativi per il ritorno dell’uomo sulla Luna e oltre.

Per il programma Artemis, la Nasa ha già selezionato SpaceX, lo scorso aprile, come partner per fare atterrare i prossimi astronauti sulla superficie lunare. Ieri ha annunciato che vuole creare altre opportunità per la realizzazione di un nuovo lander che opererà successivamente alle missioni di collaudo. Dopo Artemis III, un vero e proprio traghetto condurrà gli astronauti e i loro strumenti, dalla stazione orbitale, il cosiddetto Gateway Lunare, alla superficie del satellite. Per continuare lo sviluppo dei lander, quindi, l’agenzia spaziale americana sta seguendo due percorsi paralleli, uno che richiede lavoro aggiuntivo a SpaceX e un altro, definito contratto di ‘Sostegno allo Sviluppo Lunare’, aperto a tutte le altre aziende. I nuovi lander, nel loro percorso di circa un chilometro e mezzo, avranno il compito di trasportare più scienza e tecnologia dal Gateway alla superficie del satellite. 

Secondo l’amministratore della Nasa, Bill Nelson «la concorrenza è fondamentale per il successo di questa missione rivoluzionaria: il programma Artemis ci prepara al prossimo gigantesco balzo per l’umanità, una missione con equipaggio su Marte». 

Dopo la pubblicazione della nuova bozza progettuale, la Nasa organizzerà una giornata dell’industria in modo virtuale per esaminare i commenti sul testo e formalizzare una richiesta d’offerta entro l’estate. 

Il programma Artemis ha già pianificato le prime cinque missioni per l’esplorazione a lungo termine in collaborazione con altre agenzie spaziali, Esa, Jaxa e Csa. La prima missione, senza equipaggio, al momento è prevista per maggio; la seconda porterà a bordo gli astronauti, che solo con la terza e non prima del 2025, potranno scendere sulla superficie lunare.

 

Immagine in apertura: Illustrazione di un astronauta che scende sulla Luna. Crediti: Nasa

Barbara Ranghelli: Giornalista scientifica. Da sempre attratta dal cielo, ho iniziato a indagarlo dall’età di 7 anni. Prima con mio zio dalla Sicilia, poi con la rivista “L‘Astronomia” fondata da Margherita Hack che raccontava le Costellazioni attraverso i Miti, infine con l’associazione astrofili “Altair” di Ostia, utilizzando il telescopio. Dopo una lunga parentesi nelle produzioni televisive broadcast, ho frequentato la Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e dal 2022 sono socia dell’Unione Giornalisti Scientifici Italiani.