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Il ‘banchetto ventoso’ della stella di neutroni

Una ‘vicina di casa’ ingombrante che sta banchettando a spese di una stella con cui fa coppia ed emette raffiche di vento in differenti lunghezze d’onda: è quanto si sta verificando nel sistema binario a raggi X di piccola massa Swift J1858, costituito da una stella di neutroni e dal malcapitato astro di cui si sta cibando.

La strana coppia è al centro di un nuovo studio di Nature (articolo: “A persistent ultraviolet outflow from an accreting neutron star binary transient”); l’indagine, svolta da un gruppo di lavoro internazionale e coordinata dall’Università di Southampton, ha visto la partecipazione dell’Inaf-Iasf di Palermo.

La ricerca di è basata sulla combinazione di dati provenienti da una squadra di telescopi spaziali e di terra che hanno unito le loro capacità in una proficua sinergia: dallo spazio, sono entrati in azione Hubble (Nasa/Esa) e Xmm-Newton (Esa), mentre da terra hanno dispiegato i loro strumenti Vlt dell’Eso e il Gran Telescopio Canarias.

I sistemi binari a raggi X di piccola massa (Lmxb – Low Mass X-ray Binary) contengono un buco nero o una stella di neutroni, come avviene appunto in quello analizzato per lo studio di Nature. Il processo con cui la stella di neutroni si nutre di materiale a danno del secondo componente del sistema è definito ‘accrescimento’ (accretion) e la maggior parte delle volte si verifica nel corso di violente eruzioni che portano la coppia a brillare intensamente. Nel contempo, una parte del materiale attratto dalla stella di neutroni viene spinto indietro verso lo spazio, dando luogo a getti e a venti.

Nello specifico, questi flussi di materiale sono comunemente associati a venti gassosi ‘tiepidi’ (warm); tuttavia, sinora erano state osservate solo le tipologie ‘calde’ (hot) e ‘fredde’ (cold). Questa classificazione riguarda la diversa temperatura dei gas che vengono rilevati in differenti lunghezze d’onda.

I risultati presentati nel nuovo studio mostrano una traccia persistente di venti tiepidi nelle lunghezze d’onda dell’ultravioletto, mentre nello stesso tempo il vento freddo veniva individuato in quelle dell’ottico. Si tratta della prima volta in cui i venti di un sistema binario Lmxb sono stati rilevati attraverso differenti bande dello spettro elettromagnetico.

Eruzioni come questa – sostengono gli autori del saggio – sono piuttosto rare e ognuna di essere rappresenta un unicum. Di solito, infatti, esse sono pesantemente oscurate dalla polvere interstellare che le rende di difficile osservazione. Nel caso di Swift J1858 gli studiosi sono stati fortunati perché, nonostante il sistema si trovi dall’altra parte della nostra galassia, l’oscuramento è stato alquanto contenuto e ha permesso uno studio completo delle lunghezze d’onda.

La scoperta, secondo gli studiosi, getta nuova luce sul comportamento di oggetti celesti estremi come le stelle di neutroni e su come essi interagiscano con il loro ambiente circostante.

In alto: elaborazione artistica del sistema Swift J1858 (Crediti: Gabriel Pérez, Iac)

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.