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Dallo spazio, la superficie di Venere in luce visibile

Nel suo viaggio alla scoperta del Sole, sfruttando l’effetto detto della fionda gravitazionale o swing by, la sonda Parker Solar Probe della Nasa ha compiuto sorvoli ravvicinati del pianeta Venere. Sorprendendo anche gli scienziati, la sonda è stata in grado di fornire le prime immagini dallo spazio in luce visibile della superficie di Venere.

Con l’obiettivo di osservare le caratteristiche dell’atmosfera solare, il Wide Field Imager (Wispr) di Parker avrebbe dovuto misurare, al suo passaggio, la velocità delle nuvole nella densa atmosfera di Venere. Ma a partire dal suo terzo sorvolo nel 2020, Wispr ha visto anche la superficie del pianeta osservando l’intero lato notturno in lunghezze d’onda dello spettro visibile, il tipo di luce che l’occhio umano può vedere. La temperatura di Venere è estremamente alta, di giorno l’immagine della superficie si perde con il riflesso del sole, ma di notte il calore rende le sue rocce comunque visibilmente luminose.

Le immagini mostrano pianure e altopiani, questi ultimi essendo più freddi si presentano come macchie scure tra i bassopiani più luminosi. Queste caratteristiche sono state osservate anche con immagini radar, come quelle scattate dalla sonda Magellano negli anni Novanta. Combinando le nuove immagini con quelle precedenti, espandendo quindi la gamma di lunghezze d’onda, gli scienziati potranno comprendere meglio la geologia e la composizione minerale del pianeta. Sebbene Venere, Terra e Marte si siano formati nello stesso periodo, oggi sono molto diversi, al momento l’ipotesi è che l’evoluzione di Venere sia stata condizionata dai suoi vulcani.

Venere dopo anni di oblio sembra aver risvegliato l’interesse degli scienziati e per la fine di questo decennio partiranno alla sua volta le missioni EnVision dell’Esa con un radar italiano a bordo, e DaVinci e Veritas della Nasa, quest’ultimo con tre strumenti italiani. Nell’attesa, gli scienziati raccolgono dati attraverso i flyby delle sonde dirette verso altre mete: oltre a Parker e a Solar Orbiter, anche la missione BepiColombo, delle agenzie spaziali europea e giapponese, ha iniziato ad avvicinarsi a Venere nel suo percorso verso Mercurio.

 

Immagine in apertura: La superficie di Venere vista con Wispr (a sinistra) e Magellano (a destra) – Crediti: Nasa, Apl, Nrl, Magellan Team, Jpl, Usgs 

Barbara Ranghelli: Giornalista scientifica. Da sempre attratta dal cielo, ho iniziato a indagarlo dall’età di 7 anni. Prima con mio zio dalla Sicilia, poi con la rivista “L‘Astronomia” fondata da Margherita Hack che raccontava le Costellazioni attraverso i Miti, infine con l’associazione astrofili “Altair” di Ostia, utilizzando il telescopio. Dopo una lunga parentesi nelle produzioni televisive broadcast, ho frequentato la Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e dal 2022 sono socia dell’Unione Giornalisti Scientifici Italiani.