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Bernardinelli-Bernstein, la cometa dei record

La cometa Bernardinelli-Bernstein (Bb), la più grande mai scoperta, era attiva già molto tempo prima di quanto ipotizzato in precedenza. Lo afferma uno studio dell’Università del Maryland pubblicato sulla rivista Planetary Science Journal. Secondo quanto si legge nell’articolo, il ghiaccio al suo interno si sta vaporizzando e sta formando un involucro di polvere, la chioma della cometa. La scoperta aiuterà gli astronomi a determinare la composizione dell’oggetto e fornirà informazioni sulle sue condizioni durante la formazione del nostro Sistema Solare.

Conoscere il periodo in cui una cometa diventa attiva è un elemento chiave per analizzare la sua composizione. Le comete sono agglomerati di polvere e ghiaccio residui dalla formazione del Sistema Solare; quando uno di questi oggetti in orbita si avvicina al suo punto più vicino al Sole, il perielio, si riscalda e il ghiaccio inizia a vaporizzarsi.

Con un diametro di 100 km, la cometa Bb è di gran lunga la più grande mai osservata finora ed è più lontana dal Sole del pianeta Urano. Quando gli scienziati hanno effettuato la scoperta hanno pensato di utilizzare il satellite Tess della Nasa per catturare ulteriori dettagli dell’oggetto.

Gli astronomi hanno combinato migliaia di immagini della cometa, raccolte da Tess dal 2018 al 2020. Componendo il mosaico delle foto, gli scienziati sono stati in grado di aumentare il contrasto e conseguire una visione più chiara di Bb. Le immagini sovrapposte hanno permesso di ottenere una visuale della chioma dell’oggetto.   

Le dimensioni di Bb e la sua distanza dal Sole suggeriscono che il ghiaccio in fase di sublimazione (che forma la chioma) sia composto da monossido di carbonio. Quest’ultimo può iniziare a vaporizzarsi quando è fino a cinque volte più lontano dal Sole e gli scienziati ritengono che Bb abbia iniziato il suo periodo di attività molto prima di quanto ipotizzato da analisi precedenti. 

«Partiamo dal presupposto che la cometa Bb fosse probabilmente attiva anche quando era ancora molto lontana dal Sole – ha detto Tony Farnham, autore dello studio – Tess è una missione dal potenziale molto alto. Grazie alle osservazioni realizzate per Bb, ora possiamo analizzare anche altre comete che si trovano molto distanti dalla nostra stella».

Fulvia Croci: Giornalista