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La Terra che evolve

Un team guidato dal Southwest Research Institute (SwRI) ha aggiornato il proprio modello di bombardamento di asteroidi della Terra con le ultime prove geologiche di antiche e grandi collisioni. Questi modelli sono stati utilizzati per capire come gli impatti possono aver influenzato i livelli di ossigeno nell’atmosfera terrestre nell’Eone Archeano da 2,5 a 4 miliardi di anni fa.

L’impatto di grandi asteroidi o comete sulla Terra primordiale ha prodotto le cosiddette sferule da impatto, piccole goccioline di roccia fusa, particelle vetrose che hanno popolato gli strati più sottili della crosta terrestre, in un’età compresa tra circa 2,4 e 3,5 miliardi di anni fa. Questi strati sferici dell’Archeano sono testimonianza di antiche collisioni. «Negli ultimi anni, sono stati identificati numerosi nuovi strati sferici evidenziando un maggiore numero totale di eventi di impatto avvenuti durante sulla Terra primordiale», dice Nadja Drabon, professoressa all’Università di Harvard e coautrice della ricerca.

Secondo Simone Marchi di SwRI, autore principale dell’articolo uscito su Nature Geoscience «Gli attuali modelli di bombardamento suggeriscono che il numero di impatti di oggetti superiori ai sei km di diametro fosse fino a dieci volte superiore di quanto si pensasse in precedenza». Questo bombardamento avrebbe potuto ritardare l’ossidazione dell’atmosfera terrestre. L’abbondanza di ossigeno nell’atmosfera terrestre è, infatti, dovuta a un equilibrio tra i processi di produzione e rimozione. Queste nuove scoperte corrispondono alla documentazione geologica che mostra che i livelli di ossigeno nell’atmosfera variavano ma rimanevano relativamente bassi nel primo Archeano. Gli impatti di corpi più grandi di sei miglia, ovvero 10 chilomteri di diametro, potrebbero aver contribuito alla sua scarsità, poiché l’ossigeno limitato presente nell’atmosfera della Terra primitiva sarebbe stato consumato chimicamente dai vapori da impatto, riducendo ulteriormente la sua abbondanza nell’atmosfera.

I risultati di SwRI indicano che la Terra è stata soggetta a un numero sostanziale di grandi impatti durante la tarda era Archeana. Circa 2,4 miliardi di anni fa, durante la fine di questo bombardamento, la Terra ha attraversato un importante cambiamento nella chimica di superficie innescato dall’aumento dell’ossigeno atmosferico, soprannominato il Grande Evento di Ossidazione (GOE. Tra gli scenari proposti vi sono un presunto aumento della produzione di ossigeno e una diminuzione dei gas in grado di rimuovere l’ossigeno stesso, come quelli prodotti dai grandi impatti o dalla intensa attività vulcanica.

«I vapori da impatto hanno causato bassi livelli di ossigeno per ampi intervalli di tempo precedenti il ​​GOE», ha affermato Marchi. «Con il passare del tempo, le collisioni sono diventate progressivamente meno frequenti e troppo piccole per poter alterare significativamente i livelli di ossigeno post-GOE. La Terra stava per diventare il pianeta attuale».

 

In apertura, una rappresentazione artistica di grandi asteroidi in procinto di cadere sulla Terra. Crediti: SwRI/Dan Durda, Simone Marchi

Giuseppina Pulcrano: Giornalista pubblicista e attuale responsabile dell'unità Multimedia per Agenzia Spaziale Italiana, ho lavorato per il settore diffusione della cultura aereospaziale fin dagli anni '90. Distaccata presso MediaInaf per due anni. Laurea e master di secondo livello biennale presso la Sissa di Trieste : Master in Comunicazione della Scienza "Franco Prattico".