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La scomparsa dei criovulcani su Cerere

NUOVO STUDIO/Un nuovo studio condotto sul vulcano ghiacciato Ahuna Mons ha rivelato nuovi dettagli sulla scomparsa degli altri criovulcani

Ilaria Marciano 18 settembre 2018

Fin da quando è stato scoperto, il criovulcano Ahuna Mons, su Cerere, ha sempre incuriosito gli scienziati. Un nuovo studio, condotto dallo scienziato Michael Sori dell’Università dell’Arizona, ha calcolato per la prima volta il tasso di attività del solitario vulcano ghiacciato, un dato fondamentale che potrebbe aiutare i suoi colleghi a risolvere il misterioso caso dell’appiattimento dei criovulcani sulla superficie del pianeta nano. Scoperto nel 2015 dalla sonda spaziale Dawn della Nasa, il vulcano di ghiaccio alto quasi 5 chilometri, punto di vista geologico, mostra segni di ‘giovinezza’. Ahuna Mons dovrebbe avere al massimo 200 milioni di anni, il che significa che – anche se non sta più eruttando – è stato attivo in un passato non troppo lontano.

Ma dove sono finiti i criovulcani che un tempo ‘popolavano’ la superficie di Cerere? Studi passati hanno ipotizzato che i vulcani avrebbero subito dei processi di deformazione che, nel corso del tempo, li avrebbero spianati al punto da rendere impossibile la loro individuazione sulla superficie del pianeta. Altri ritengono che il livellamento di questi antichi criovulcani non si possa attribuire ad agenti erosivi esterni, come la pioggia o il vento, in quanto il pianeta nano sembra avere un’atmosfera debole e precaria – e che quindi  la loro scomparsa è dovuta alll’entrata in gioco di un altro processo chiamato ‘rilassamento viscoso’ (viscous relaxation) che comporta un decadimento del materiale solido. Secondo il nuovo studio, le formazioni sul pianeta nano si muovono sotto il loro stesso peso, in modo simile a come i ghiacciai si muovono sulla Terra. La composizione e la temperatura delle formazioni influirebbero sulla rapidità con cui si appiattiscono nel tempo.  Anche se Cerere non supera mai i -30 gradi Fahrenheit, la temperatura varia sulla sua superficie. “I poli di Cerere sono abbastanza freddi che se si formasse una montagna di ghiaccio, sicuramente non si appiattirebbe”. Ha detto Sori. “Ma l’equatore è abbastanza caldo da permettere che ciò avvenga”.

Le simulazioni al computer hanno dimostrato che la teoria di Sori era valida: i modelli di criovulcani situati ai poli di Cerere, infatti, rimangono congelati per l’eternità. Ad altre latitudini sul pianeta nano, i vulcani-modello col passare del tempo iniziano ad appiattirsi. Per dimostrare che le simulazioni al computer rispecchiavano la realtà, Sori ha setacciato le osservazioni topografiche dalla navicella Dawn, che ha orbitato attorno a Cerere dal 2015, per trovare formazioni rocciose ormai appiattite che corrispondessero ai modelli computerizzati, trovando ben 22 montagne – tra cui Ahuna Mons – che assomigliavano esattamente alle previsioni della simulazione. Inoltre, il team ha scoperto una sola montagna al polo di Cerere, chiamata Yamor Mons, che ha la stessa forma di Ahuna Mons. Essa è cinque volte più larga rispetto a quanto sia alta, un dato importante in quanto i vulcani osservati altrove hanno proporzioni più basse, proprio come rilevato dai modelli dello studio. La ricerca ha poi determinato che la formazione di un vulcano avviene ogni 50 milioni di anni: ciò equivale ad una media di oltre 13.000 metri cubi di materiale criovulcanico, ovvero ghiaccio, ogni anno, sufficiente a riempire un cinema intero o quattro piscine olimpioniche. Le cause delle eruzioni criovulcaniche su Cerere rimangono ancora un mistero, ma future ricerche potrebbero fornire nuove risposte.

Ilaria Marciano: Giornalista | Digital Addicted since 1990