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Conto alla rovescia per il James Webb Space Telescope

Una manciata di mesi separano il James Webb Space Telescope (Jwst)  – il telescopio targato Nasa che dovrebbe rivoluzionare il modo di osservare il cielo –  dalla rampa di lancio. Il James Webb sarà il più grande e potente telescopio ottico mai lanciato nello spazio. Seguendo le orme del suo predecessore Hubble diventerà il prossimo grande osservatorio di scienze spaziali, progettato per dare una risposta a questioni ancora aperte sull’Universo e promette di fare  scoperte rivoluzionarie in tutti i campi dell’astronomia. In vista dell’imminente lancio, Esa ha organizzato una conferenza stampa a cui hanno partecipato i principali responsabili della missione, per aggiornare il pubblico sulle ultime fasi di questo affascinante progetto. 

Abbiamo chiesto a Günther Hasinger, a capo del direttorato Esa per la scienza, come verranno utilizzati i dati del Webb dalla comunità scientifica europea: «I dati raccolti nel corso delle operazioni scientifiche saranno disponibili per l’intera comunità scientifica. L’Europa in particolare avrà a disposizione parecchio tempo di osservazione e siamo entusiasti di avere questa grande opportunità. Riteniamo che le prime immagini, se tutto procede per il meglio potrebbero essere pronte qualche mese  dopo il lancio. Ogni anno un’apposita commissione giudicherà le proposte di osservazioni scientifiche provenienti dai ricercatori, un sistema democratico di cui andiamo molto fieri».

Nello specifico, L’Italia, grazie ad una comunità molto attiva e competitiva a livello internazionale, si è aggiudicata molti dei programmi di osservazione. Per sfruttare al meglio le eccezionali potenzialità del telescopio e dei suoi strumenti, l’Asi, tramite lo Space Science Data Center, sta studiando insieme all’Inaf la realizzazione di un supporto alla comunità scientifica per la riduzione dei dati.

Jwst è stato concepito  oltre vent’anni fa ed è frutto della collaborazione tra la Nasa, l’Esa e la Csa, l’agenzia spaziale canadese. Pensato come l’erede di Hubble il telescopio ha dovuto affrontare enormi sfide tecniche subendo gravi ritardi, gli ultimi causati proprio dalla pandemia. 

Il telescopio vanta uno specchio segmentato di 6,5 metri di diametro, uno strumento che consentirà di osservare il cielo con una precisione mai raggiunta prima. Il telescopio dedicherà la maggior parte del suo tempo ai programmi di tipo ‘General Observer‘, una serie di progetti proposti dalla comunità astronomica di tutto il mondo per studiare stelle e pianeti lontani, nonché galassie lontanissime, le prime ad essersi formate nella storia dell’universo.

Jwst lascerà gli Stati Uniti in estate alla volta della Guyana Francese, dove sarà lanciato a bordo di un razzo Ariane 5. Le prime sei settimane di missione saranno dedicate al dispiegamento delle varie parti e nel frattempo il telescopio procederà verso la sua orbita operativa, a un milione mezzo di chilometri dal nostro pianeta. L’inizio delle operazioni scientifiche è previsto per la fine del 2022 e la vita operativa del telescopio dovrebbe superare, secondo le previsioni, i dieci anni.

Fulvia Croci: Giornalista