X

Dallo Sputnik a Marte e oltre

Tre autori, provenienti da mondi diversi ma contigui, firmano Dallo Sputnik a Marte e oltre, per la casa editrice Yuocanprint.

Si tratta di Bartolomeo Di Pinto, colonnello dell’aeronautica, promotore di molteplici manifestazioni riguardanti attività aerospaziali, Lucia Marinangeli, docente di geologia di base e telerilevamento e Enrico Flamini, a capo per ASI per diverse missioni scientifiche tra le quali Cassini Huygens e Mars Express, oggi in pensione.

Pensato per offrire al lettore tre punti di vista, il testo, nella prima parte, descrive il percorso storico e scientifico e le fasi salienti delle attività spaziali, il cui battesimo risale a sessanta anni fa e che si congiunge al futuro di un ritorno sulla Luna con l’obiettivo di colonizzare Marte.

Un racconto che sottolinea come le attività spaziali nostrane devono al generale Luigi Broglio la determinazione a volere un’Italia capace di essere partner degli Stati Uniti nell’impresa di conquista umana dello spazio extra-atmosferico.

Accanto al generale Broglio, l’attenzione di Bartolomeo Di Pinto si concentra su altri due italiani, protagonisti di grandi imprese spaziali: Rocco Petrone, figlio di immigrati italiani, che lavorò con Von Braun e contribuiì alla conquista umana della Luna. Fu, infatti, lui che diede il “go” alla missione americana che portò il primo uomo sulla Luna e divenne in seguito Direttore del Marshall Space Flight Center. Ed Edoardo Amaldi, fisico italiano del gruppo di Enrico Fermi, fautore dell’Agenzia Spaziale Europea che, ad oggi, garantisce il ritorno economico alle imprese nazionali, a fronte degli investimenti che il nostro paese destina alle attività spaziali europee.

La visione di come si sarebbero dovute strutturare le nascenti capacità di realizzare imprese spaziali nazionali, vede nelle due figure di riferimento, Broglio e Amaldi, lo yin e lo yang dello spazio nazionale.

Una visione nazionalistica quella del generale Broglio, che per carattere e per convinzione puntava all’autonomia delle capacità italiane di fare spazio mentre per Amaldi, doveva essere l’inclusione, il fare squadra con le istituzioni e le industrie nazionali, da portare e far crescere in Europa, per ottenere variegate opportunità, considerando anche quanto i finanziamenti incidano sui bilanci governativi.

In questa prima parte non manca la cronistoria delle principali nazioni che hanno fatto o stanno facendo la storia dello spazio, fornendo un quadro d’insieme per i non addetti e coordinate storiche, per gli specialisti, al fine di comprendere i principali tasselli dell’esplorazione spaziale mondiale.

La seconda parte di Dallo Sputnik a Marte e oltre, è a firma di Lucia Mariangeli che insegna Geologia di base e Telerilevamento presso l’università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara.

Il suo è un punto di vista più orientato a far capire le connessioni o interconnessioni tra lo studio della geologia e l’astronomia. L’astrogeologia esplora i pianeti del sistema solare per comprendere meglio la Terra e capirne le origini e l’evoluzione. Uno studio speculare di confronto con quello che della nostra era geologica conosciamo, messo a confronto con le recenti scoperte scientifiche su pianeti del nostro sistema di riferimento.  Mercurio, Venere e Marte.

Enrico Flamini parte da Carl Sagan per aprire al concetto di esplorazione. Le sfide del volo umano sicuro e sostenibile producono risultati che poi si diffondono in applicazioni che ci ritroviamo anni dopo nella vita quotidiana. Stessi benefici derivano dalle missioni robotiche che insieme a quelle umane formano un duo sinergico dell’esplorazione planetaria.

Il momento storico che stiamo vivendo, afferma Flamini, superato il tempo eroico e avventuroso delle prime missioni di esplorazione, vede negli anni ’70 e ’80 la transizione delle conquiste di allora nel nostro quotidiano. Molte di quelle imprese e la mole di conoscenza e di risultati, spesso non emergono nella cronaca di allora e nemmeno in quella odierna. Su questo Flamini concentra l’attenzione del lettore sull’importanza degli  sforzi e le sfide  di un’intera collettiva, quella spaziale,  a vantaggio del nostro vivere quotidiano.

Così, nel sottolineare l’importanza di non agire come predatori nell’attuale conquista di nuovi avamposti spaziali, Flamini individua i tre asset della recente conquista spaziale: Luna, Marte e lo studio degli asteroidi.

Dove, come e quali tecnologie abilitare, per consentire agli umani di poter operare, è oggetto di confronto da almeno due decenni nelle e tra le principali agenzie spaziali del mondo.

La partecipazione di imprese private, rende lo scenario complesso e immerso in dinamiche geopolitiche e di mercato.

E’ la New Space Economy, che fa emergere approcci diversi sulla visione del rischio minimo accettabile.

Visione che risponde ai propri contributori, quando è l’istituzione pubblica che investe mentre lascia all’imprenditore privato la libertà di rispondere solo a sé stesso dei margini del rischio d’impresa.

Flamini rimarca l’ambizione e l’eleganza del progetto di conquista umana di Marte della Space X di Elon Musk.

Utilizzare il ghiaccio marziano in situ, da estrarre con apparecchiature portate da una missione robotica che precede la colonia marziana, è il pensiero di Musk per produrre propellente di rifornimento per la navetta di andata e ritorno Terra/Marte. Non tutto sarà progettato ex novo. Molto di quello che attualmente utilizziamo sulla Terra, come i bulldozer terrestri, potranno tornare utili anche su un altro pianeta. Con il ghiaccio presente su Marte si può ricavare l’ossigeno per la combustione a idrogeno. Un approccio azzardato, osserva Flamini, ma con molti elementi di potenziale successo. Una strada nuova per lo spazio che solo i prossimi anni potranno confermare.

In apertura: foto di Paolo Demaria con Canon EOS 6D, Samyang 14 mmf/2.8,25s,f/2.8,6400 ISO

 

Giuseppina Pulcrano: Giornalista pubblicista e attuale responsabile dell'unità Multimedia per Agenzia Spaziale Italiana, ho lavorato per il settore diffusione della cultura aereospaziale fin dagli anni '90. Distaccata presso MediaInaf per due anni. Laurea e master di secondo livello biennale presso la Sissa di Trieste : Master in Comunicazione della Scienza "Franco Prattico".