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Antartide, in bilico la piattaforma glaciale Brunt

Non c’è pace per il continente antartico, che sta patendo sempre più gli effetti del cambiamento climatico: dopo la piattaforma Larsen C e il ghiacciaio Pine Island, un’altra piattaforma glaciale è in pericolo ed è vigilata dalla costellazione Sentinel-1, che fa parte della flotta ideata nell’ambito del programma Copernicus della Commissione Europea.

Si tratta di Brunt, un’area che delimita la Terra di Coats nel settore dell’Antartide la cui costa si affaccia sul Mare di Weddell. La zona è tenuta sotto controllo da tanti anni, ma le sue condizioni sono decisamente peggiorate in tempi recenti e dall’inizio del 2019 i glaciologi sono con il fiato sospeso: all’epoca, Brunt rischiava il distacco di un colossale iceberg, mentre ora la presenza di una nuova frattura suggerisce l’eventuale formazione di più iceberg. La piattaforma, inoltre, è solcata da crepe di vecchia data: Chasm 1, apertasi oltre 25 anni fa, e Halloween, così chiamata perché è stata osservata per la prima volta il 31 ottobre 2016.

Verso la fine del 2019, la coppia di satelliti Sentinel-1 ha avvistato la nuova frattura, ancora senza nome, che si sta estendendo e al momento ha superato i 20 chilometri di lunghezza. I dati satellitari sono stati utilizzati per tracciare l’attività della fenditura e le sue conseguenze sul ghiaccio; con essi è stata realizzata la mappa riportata in basso, in cui è stata evidenziata la velocità nei movimenti superficiali della coltre glaciale. La parte in rosa è quella in cui la velocità è maggiore ed è quindi caratterizzata da una forte instabilità; le altre aree sono più salde, soprattutto quelle indicate in blu.

Nonostante i timori per la formazione di un gigantesco iceberg, espressi due anni fa, la porzione sudoccidentale di Brunt sta resistendo; la minaccia più insidiosa proviene ora dalla nuova crepa, che si sta insinuando tra la vecchia frattura Halloween e la zona denominata McDonald Ice Rumples.

L’intera area continuerà ad essere tenuta sotto controllo via satellite per verificare come reagisca rispetto alle temperature oceaniche e alle nuove dinamiche che si creano nel ghiaccio. La tecnologia spaziale fa veramente la differenza quando si tratta di monitorare regioni che sono caratterizzate da condizioni climatiche e meteo estreme, come l’Antartide: ad esempio, il radar Sar di Sentinel-1 può operare anche in condizioni di oscurità e questa peculiarità lo rende uno strumento ideale per vigilare su queste aree glaciali, anche durante il lungo periodo di buio invernale.

In alto: immagine della piattaforma Brunt, con evidenziata la nuova crepa (Crediti: Copernicus Sentinel data 2021). 

In basso: mappa della velocità dei movimenti glaciali (Crediti: Copernicus Sentinel data 2021). 

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.