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Una nuova cronologia per i terreni marziani

I terreni modellati dall’azione dell’acqua – che in epoche remote scorreva su Marte – potrebbero essere molto più vecchi di quanto ipotizzato in precedenza. Lo afferma uno studio del Soutwest Research Institute, pubblicato su The Astronomical Journal. 

La nuova datazione dei terreni marziani è basata sugli ultimi modelli dinamici per la formazione e l’evoluzione del Sistema Solare ed è particolarmente significativa per la missione Mars 2020 con a bordo il rover Perseverance, che atterrerà su Marte il prossimo 18 febbraio. Su Marte, la datazione del suolo e dei terreno viene effettuata tramite la conta dei crateri da impatto. 

«Più crateri ci sono più la superficie è vecchia  – commenta l’astrofisico italiano Simone Marchi, autore dello studio –  i crateri si formano quando gli asteroidi e le comete colpiscono la superficie. Il tasso di questi incidenti cosmici, nel corso di milioni di anni, è incerto e ostacola la nostra capacità di convertire il numero dei crateri in età del terreno».

Gli scienziati hanno utilizzato le età radiometriche delle rocce lunari portate dalle missioni Apollo per calibrare la cronologia di un cratere lunare. Questa cronologia lunare è stata successivamente applicata anche ai terreni marziani. La nostra comprensione dell’evoluzione temporale dei tassi di impatto lunare e marziano è notevolmente migliorata negli ultimi anni. In particolare, questo nuovo modello migliora il modo in cui vengono eseguite le misurazioni delle età dei terreni lunari e marziani. 

L’ipotetica evoluzione dei crateri presenti sulla superficie marziana. Credit: Southwest Research Institute

«Nel corso dello studio abbiamo esaminato il cratere Jezero, il sito di atterraggio del rover Mars 2020 Perseverance – continua Marchi – quest’area potrebbe essersi formata oltre 3 miliardi di anni e potrebbe essere fino a 500 milioni di anni più vecchia di quanto ipotizzato in precedenza. Perseverance raccoglierà campioni di superficie, che potranno essere raccolti da una futura missione di sample return. Un volta ottenuti questi campioni, potremmo sottoporli alla datazione radiometrica. Queste analisi potrebbero fornire dati fondamentali sulla reale età dei terreni marziani e calibrare meglio i nostri modelli cronologici»..

Il cratere Jezero è situato all’interno del bacino di Isidis, a sua volta creato da un impatto precedente. Quest’ultimo ha tagliato un’ampia porzione del bordo del Bacino Boreale, forse il più grande e antico bacino d’impatto su Marte. Questa serie di crateri, annidati l’uno dentro l’altro, è particolarmente interessante per gli scienziati, poiché i campioni provenienti da questi terreni possono restituire informazioni sulla tempistica degli impatti. 

Inoltre, il cratere Jezero ospita terreni ricchi di argilla e un delta fluviale, segno della presenza di un antico lago. Questa particolarità rende Jezero un luogo ideale per soddisfare l’obiettivo scientifico della missione Mars 2020, ovvero lo studio di un ambiente potenzialmente abitabile che potrebbe ancora preservare i segni della vita passata. Pertanto, la comprensione della sequenza temporale di queste superfici è particolarmente importante.

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Fulvia Croci: Giornalista