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Quei buchi neri nascosti e mascherati

Nell’universo non esiste nulla di più buio di un buco nero. Eppure, tra questi affascinanti signori dell’oscurità, ci sono buchi neri più neri di altri. Lo suggerisce anche il loro nome: gli scienziati li chiamano heavily obscured black holes, buchi neri fortemente oscurati. Oscurati dal materiale stesso di cui si nutrono, e infatti i divoratori cosmici di questa famiglia sono circondati da un bozzolo di polveri e gas che li rende molto difficili da osservare.

Secondo gli astronomi, questo guscio polveroso riguarda una fase della crescita dei buchi neri risalente a miliardi di anni fa. Ma in base ai modelli teorici, ancora oggi dovrebbero essere visibili diversi esemplari di questi buchi neri oscurati. Ad oggi però gli scienziati ne hanno trovati pochissimi, proprio perché sono ben nascosti dal loro bozzolo.

Non solo: questi misteriosi oggetti sono anche in grado di camuffarsi, facendosi passare per altre categorie di buchi neri. È quando ha scoperto un team di astronomi guidati dalla Johns Hopkins University, che ha scovato una banda di 28 buchi neri supermassicci appartenente alla categoria dei “fortemente oscurati”. Tutti erano stati già osservati in precedenza, ma erano stati per lo più classificati come buchi neri “standard”, senza coperta di polveri e gas. Alcuni di loro erano stati addirittura scambiati per galassie distanti.

«Questo può essere considerato un caso di buchi neri dalle identità scambiate – commenta Marco Chiaberge dello Space Telescope Science Institute a Baltimora, co-autore dello studio – ma i buchi neri oscurati sono eccezionalmente bravi a nascondere ciò che sono realmente».

Lo studio, accettato per la pubblicazione su Astrophysical Journal e disponibile sul pre-print ArXiv,

rientra nel cosiddetto Chandra Deep Field-South, ad oggi il più dettagliato catalogo dell’universo a raggi X. Alla ricerca ha partecipato anche l’Istituto Nazionale di Astrofisica di Bologna.

Gli scienziati hanno combinato i dati ottenuti da alcuni campioni dell’osservazione spaziale targata Nasa: l’Osservatorio a raggi X Chandra e i telescopi spaziali Hubble e Spitzer.

I 28 buchi neri oscurati si trovano tutti a grandi distanze, oltre 5 miliardi di anni luce dalla Terra. Lontanissimi, nascosti e mascherati: questi affascinanti oggetti celesti permettono uno sguardo al passato del nostro universo, aiutandoci a capire l’evoluzione delle galassie che lo popolano.

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica