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‘Peter Pan’ cosmici

Prolungano la loro condizione da 5 a 10 volte rispetto a quanto avviene di solito e per classificarli gli scienziati hanno chiamato in causa Peter Pan, l’eterno adolescente creato dallo scrittore scozzese James Barrie: si tratta di dischi protoplanetari scoperti solo nel 2016 e associati al celebre personaggio letterario per la tendenza a ‘prendersela comoda’. Uno studio pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society (articolo: “Peter Pan discs: finding Neverland’s parameters”) ha cercato di far luce su questa nuova famiglia di dischi e sui parametri che li hanno portati ad assumere un comportamento da ‘eterni adolescenti’. L’indagine è stata condotta dai ricercatori della Scuola di Fisica ed Astronomia dell’Università Queen Mary di Londra e si è basata su simulazioni informatiche.

I dischi protoplanetari, ovvero gli ambienti dove i pianeti si formano, sono entità di gradi dimensioni costituite da gas e polveri e situate intorno a giovani stelle. Tramite le simulazioni, gli studiosi hanno cercato di capire quali condizioni si debbano verificare perché un disco sia da ascrivere alla categoria Peter Pan; i criteri individuati, per rimanere in tema, sono stati definiti ‘parametri Neverland’. In primo luogo, il team della ricerca ha notato che tali dischi si formano solo in ambienti solitari, lontano da altre stelle e che sin dall’inizio sono molto più grandi dei loro ‘colleghi’ standard; l’isolamento, sottolineano gli esperti, fa sì che la radiazione stellare non incida negativamente su di essi, mentre le dimensioni massicce, con ingenti riserve di gas, comportano una loro maggiore longevità. Prima della scoperta di questi ‘teenager’ cosmici, la comunità scientifica riteneva che esistesse un’aspettativa di vita più o meno uguale per tutti i dischi, pari a pochi milioni di anni, e che i pianeti al loro interno dovessero svilupparsi piuttosto rapidamente.

I dischi Peter Pan, inoltre, sono stati individuati solo a intorno a stelle di massa bassa, che in genere sono le ospiti di famiglie di pianeti piuttosto numerose. Gli studiosi, quindi, hanno pensato che ci possa essere una correlazione tra questi dischi e l’esistenza di tali pianeti. Allo stato attuale sono stati scoperti solo sette dischi Peter Pan e, considerati i loro parametri, gli astronomi ritengono che siano alquanto rari. Il gruppo di ‘adolescenti irriducibili’ è stato scovato nell’ambito di “Disk Detective”, progetto destinato ai cittadini-scienziati che ha visto la collaborazione tra la Nasa e il portale Zooniverse. Gli autori del saggio, oltre ad evidenziare il valido supporto offerto dagli appassionati, ritengono che questo filone di ricerca sia di grande rilievo per approfondire le dinamiche sottese all’evoluzione dei dischi e, più in generale, alla formazione planetaria.

In alto: elaborazione artistica di un disco protoplanetario (Crediti: Nasa, Jpl/Caltech). 

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.