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    Categories: cosmo

Scovata una galassia lontana e polverosa

Il suo nomignolo richiama una vivace musica caraibica e la sua luce ha viaggiato per un arco di tempo di circa 13 miliardi di anni prima di imbattersi nei sensibili strumenti del radiotelescopio Alma dell’Eso: la protagonista di questo singolare evento è Mambo-9, una galassia distante, ricca di polveri e dotata di nursery stellari (Dsfg, dusty star-forming galaxy). Mambo-9, che in realtà si ‘chiama’ Mm J100026.36+021527.9, detiene un record: è la galassia più lontana, nella sua categoria, ad essere stata osservata senza l’aiuto dell’effetto ‘lente gravitazionale’ prodotto da altre galassie che fungono da lente ottica. Le osservazioni effettuate con Alma sono al centro di un nuovo studio di The Astrophysical Journal (articolo: “Physical Characterization of an Unlensed, Dusty Star-forming Galaxy at z = 5.85”); l’indagine, che ha coinvolto una folta schiera di ricercatori, è stata coordinata dal Dipartimento di Astronomia dell’Università del Texas.

Le galassie di tipo Dsfg contengono massicce quantità di polveri e gas e producono stelle ad un tasso annuale pari a qualche migliaio di volte la massa del Sole; per avere un termine di paragone, il ritmo di formazione stellare annuo della Via Lattea è solo di tre masse solari. Agli albori dell’Universo – l’epoca cui risale Mambo-9 – non dovrebbero essere presenti galassie monstre di questo genere, ma recenti studi ne hanno individuate altre, collocabili ad un’epoca in cui il cosmo aveva meno di 2 miliardi di anni. Gli astronomi ritengono che esse abbiano un ruolo importante nell’evoluzione dell’Universo, ma sono difficili da individuare perché nascoste da nubi di polvere.

Le prime tracce della luce emessa da Mambo-9 sono state avvistate una decina di anni fa, grazie allo strumento Mambo (Max-Planck Millimeter Bolometer) installato sul telescopio spagnolo Iram 30. Tuttavia, solo con la sensibilità di Alma è stato possibile approfondire le caratteristiche di questa remota galassia: il radiotelescopio, infatti, ha colto la sua luce osservandola a 970 milioni di anni dopo il Big Bang. Il fatto di aver potuto analizzare Mambo-9 senza la lente gravitazionale ha permesso agli autori del saggio di raccogliere numerosi dati e di tracciare un identikit preciso: la galassia ha una massa totale di gas e polveri pari a oltre 10 volte quella di tutte le stelle della Via Lattea ed è composta da due entità che sono in fase di fusione. In alto, un’elaborazione artistica di come si potrebbe presentare Mambo-9 nella luce visibile (Crediti: Nrao/Aui/Nsf, B. Saxton). 

Secondo gli studiosi, un tale ammontare di polveri e gas indica che Mambo-9 ha ancora molto materiale per produrre nuove stelle. Tuttavia, la presenza di così tante polveri non è molto chiara: esse sono un ‘sottoprodotto’ derivante da astri al ‘capolinea’ e la galassia non ha ancora dato vita ad un numero tale di stelle che possa comprendere anche quelle a fine vita da cui potrebbero provenire le polveri. Alma ha ‘fotografato’ Mambo-9 in una fase della sua vita molto lontana nel tempo; gli studiosi pensano che oggi essa, a seguito della fusione delle sue due componenti, possa essere ancora più massiccia e con una popolazione stellare che surclassa di oltre cento volte quella della Via Lattea. Il team della ricerca intende proseguire a scandagliare i dati di Alma per individuare altre galassie di tipo Dsfg e capire quanto siano comuni, come si siano formate agli albori dell’Universo e perché presentino polveri così abbondanti.

La galassia Mambo-9 vista da Alma (Crediti: Alma [Eso/Naoj/Nrao], C.M. Casey et al.; Nrao/Aui/Nsf, B. Saxton). 

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.