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Buchi neri per illuminare l’Universo

Illustrazione artistica di un buco nero al centro di una galassia. Crediti: NASA

Da giovane l’Universo era un posto molto buio. Subito dopo il Big Bang le condizioni di temperatura e pressione erano tali da intrappolare tra loro luce e materia. Con il passare del tempo l’Universo si è espanso e raffreddato, permettendo a luce e materia di separarsi e formare galassie, pianeti e stelle. Come si sia passati dalle fasi più oscure del cosmo a ciò che vediamo oggi rimane un mistero. Uno studio apparso sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society propone una possibile risposta. I ricercatori ritengono che i buchi neri posti al centro delle galassie abbiano espulso materia con tale violenza da attraversare e rimodellare le nubi di gas e permettere alla luce di muoversi liberamente. L’ipotesi è stata formulata osservando una galassia vicina da cui fuoriusciva luce ultravioletta.

«Le osservazioni mostrano la presenza di intense sorgenti a raggi X, probabilmente buchi neri che accumulano materia», spiega Philip Kaaret, professore all’Università dell’Iowa e primo autore dello studio. «È possibile che il buco nero generi venti tali da stimolare la fuga delle radiazioni ionizzanti da parte delle stelle. In questo modo i buchi neri potrebbero aver contribuito a rendere l’Universo trasparente alla radiazione». Kaaret e il suo team si sono concentrati su una galassia chiamata Tol 1247-232, che si trova a circa 600 milioni di anni luce dalla Terra. Nel maggio del 2016 il telescopio spaziale Chandra ha rilevato la presenza di una sorgente ai raggi X che aumentava e diminuiva la propria luminosità e si trovava all’interno di una regione a intensa formazione stellare della galassia. I ricercatori hanno capito che doveva trattarsi di qualcosa di diverso da una stella. «Le stelle non mostrano variazioni simili», dice Kaaret. «Per cambiamenti di luminosità di quel tipo occorre che la sorgente sia un oggetto piccolo, e spesso questo restringe il campo attorno ai buchi neri».

I buchi neri, famosi per essere gli attrattori cosmici per eccellenza, emettono anche getti di materia a grande velocità. «Quando la materia cade verso un buco nero, inizia a ruotare e la rapida rotazione ne spinge una parte verso regioni più esterne», aggiunge Kaaret. «Vengono quindi prodotti venti molto intensi, che potrebbero aprire varchi in grado di agevolare la fuga della luce ultravioletta. Questo potrebbe essere accaduto anche all’interno delle prime galassie».

Elisa Nichelli: