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Gioventù turbolenta ma veloce per stelle di piccola taglia

Attività magnetica stellare

Le stelle simili al Sole e quelle di taglia più piccola attraversano fasi turbolente in gioventù, per poi calmarsi in tempi molto rapidi. Questo ciò che emerge da uno studio pubblicato di recente sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society e sviluppato a partire da una serie di osservazioni a raggi X di stelle dei nostri dintorni galattici. I ricercatori hanno utilizzato i telescopi spaziali Chandra della NASA e XMM-Newton dell’ESA per capire come l’emissione ad alte energie da parte delle stelle cambi nel corso della loro vita. Da una serie di studi ai raggi X effettuati sul Sole abbiamo capito che la sua emissione ad alte energie proviene da uno strato esterno chiamato corona, e che è legata all’interazione tra moti turbolenti e campi magnetici. Un’intensa attività magnetica può produrre brillamenti, e può arrivare a generare eruzioni di materiale dalla superficie della stella. Tali eruzioni possono danneggiare o addirittura distruggere le atmosfere dei pianeti in orbita attorno alla stella.

Per il loro studio i ricercatori hanno esaminato 24 stelle con masse simili al Sole o inferiori, e con età superiori a un miliardo di anni. Il rapido declino dell’emissione con l’aumento dell’età delle stelle implica un calo progressivo della loro attività, che può garantire un ambiente ospitale alla vita per i pianeti in orbita. «Questa è una buona notizia per l’abitabilità dei pianeti con stelle madri simili al Sole, perché la quantità di radiazione dannosa, come raggi X o ultravioletti, sembra essere inferiore a quanto pensavamo fino ad ora», spiega Rachel Booth, studentessa della Queen’s University di Belfast e prima autrice dello studio. «Abbiamo sentito molto parlare dell’attività di stelle meno massicce del Sole, come TRAPPIST-1 e Proxima Centauri, e come questa sia dannosa per le atmosfere dei pianeti che le circondano», dice Katja Poppenhaeger, ricercatrice dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics e coautrice dell’articolo.

Per scoprire quanto velocemente cambi il livello di attività magnetica di una stella col tempo, gli scienziati hanno bisogno di misure molto precise delle età per un gran numero di stelle diverse. Questo non è un compito semplice, ma di recente sono state ottenute stime molto precise grazie a studi sulle pulsazioni delle stelle realizzate utilizzando i telescopi CoRoT dell’ESA e Kepler della NASA. Le nuove stime sono state sfruttate per la maggior parte delle 24 stelle oggetto di studio. Gli astronomi hanno osservato che quasi tutte le stelle sono molto attive da giovani, ma che col tempo il livello della loro attività magnetica cala. «Non sappiamo di preciso perché le stelle più vecchie siano più stabili», dice Chris Watson, ricercatore della Queen’s University e coautore dello studio. «Tuttavia, sappiamo che questo ha portato alla formazione della vita almeno in un caso: attorno al nostro Sole».

Elisa Nichelli: