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‘Nevicate’ al titanio su Kepler-13Ab

Elaborazione artistica di Kepler-13Ab e della sua stella (Credits: Nasa, Esa, and G. Bacon - StScI)

Si trova in un sistema a 1730 anni luce dalla Terra e presenta un singolare quadro climatico, contraddistinto da temperature ‘infernali’ e precipitazioni a base di ossido di titanio: si tratta di Kepler 13-Ab, un esopianeta di tipologia ‘Hot Jupiter’ che orbita molto vicino alla sua stella, Kepler-13A. Scoperto nel 2011 dalla missione Kepler della Nasa, il pianeta è stato sottoposto ad ulteriori osservazioni con Hubble per approfondire le dinamiche della sua atmosfera. Nello specifico, gli astronomi si sono serviti della Wide Field Camera 3 con cui hanno condotto indagini spettroscopiche al vicino infrarosso. I risultati della ricerca sono stati illustrati nell’articolo “Evidence for Atmospheric Cold-trap Processes in the Noninverted Emission Spectrum of Kepler-13Ab Using Hst/Wfc3”, pubblicato recentemente su The Astronomical Journal.

Il pianeta presenta un versante sempre rivolto verso la sua stella di riferimento, dove le temperature superano abbondantemente i 2000°C, e un lato in ombra, sul quale invece si verificano le precipitazioni di ossido di titanio. In base ai dati raccolti con il telescopio Nasa-Esa, gli studiosi hanno notato che tale ossido viene trasportato da venti molto intensi intorno al versante ‘notturno’ di Kepler-13Ab, dove la sostanza si condensa in fiocchi cristallini, forma delle nubi e poi dà luogo a precipitazioni nevose. La forza di gravità dell’esopianeta, che è sei volte maggiore rispetto a quella di Giove, spinge la neve in questione dalla propria atmosfera esterna fino a quella più interna, dove i fiocchi rimangono intrappolati.

Il fenomeno, osservato su Kepler-13Ab per la prima volta, è stato definito ‘cold trap’dagli studiosi, che lo ritengono presumibilmente presente anche su altri esopianeti particolarmente massicci e dotati di una gravità molto intensa. Secondo gli autori dell’articolo, la situazione di Kepler-13Ab è emblematica della complessità di condizioni atmosferiche e ambientali che gli esopianeti possono presentare. La metodologia utilizzata per indagare l’atmosfera di questo corpo celeste, infine, potrà rivelarsi utile per condurre ulteriori studi su esopianeti di dimensioni simili alla Terra allo scopo per verificarne eventuali condizioni di abitabilità.

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.